Roma maledetta: lo scrittore Lugli si interroga sulla tragedia del 14enne (video)

massimo lugli

Roma maledetta? E’ il titolo di un libro dello scrittore Massimo Lugli, giornalista di cronaca nera da quasi mezzo secolo, autore di numerosi romanzi noir, ambientati spesso nella Capitale. Anzi, nell’altra Capitale, quella che i romani “normali” non guardano e non vivono, ma che esiste. Lugli, classe 1955, ha seguito i maggiori fatti di criminalità per il quotidiano romano Repubblica, e ha scritto poi libri su alcune vicende che hanno colpito l’immaginazione dei romani. Come appunto Il giallo Pasolini o il già citato Roma maledetta.

Massimo Lugli: incidente doloroso e spaventoso

In un video-editoriale sulla sua pagina facebook Lugli commenta il terribile fatto di cronaca avvenuto l’altro giorno all’Infernetto, alla periferia di Roma. L’investimento e l’uccisione del 14enne Mattia dopo una cena con i suoi compagni di classe. Sulle strisce. L’investitore, un ragazzo giovanissimo, secondo le testimonianze correva ed è risultato positivo al test delle sostanze stupefacenti. Un dramma, purtroppo, piuttosto comune a Roma, ma non solo a Roma. “Con la fine delle misure restrittive relative al Covid – dice Lugli – purtroppo ricominciano anche i grossi problemi tra cui gli incidenti stradali”. Bugli definisce l’incidente dell’Infernetto particolarmente doloroso e spaventoso, perché la vittima è un ragazzino di 14 anni, investito sulle strisce da un ragazzo risultato positivo al test della droga.

“Non abbiamo imparato nulla?”

Prosegue Lugli: “Purtroppo da quando abbiamo ricominciato a circolare, io vedo moltissimi comportamenti sbagliati per strada. Gente che corre, gente che sorpassa senza motivo, insomma persone che fanno i pazzi in macchina. Ecco, quando leggo queste cose – aggiunge lo scrittore – mi viene da domandarmi: ma quello che abbiamo appena passato, non ci ha insegnato niente? Non ci ha insegnato un comportamento più responsabile, più civile, più attento agli altri? Evidentemente non a tutti – considera Lugli -.” E conclude: “Speriamo che non sia così…”. E in effetti invece pare proprio che sia così. La natura dell’essere umano, a quanto pare, non cambia. Sembra quasi che non sia successo nulla, che la pandemia sia qualcosa di mai avvenuto.