Roma malissimo con la raccolta differenziata, ma gestisce il ‘Porta a Porta’ di Acerra

Da sinistra Gualtieri, sindaco di Roma, Filippi, Amministratore di Ama, Alfonsi, assessore ai Rifiuti di Roma, la canna di un inceneritore e i cassonetti della raccolta differenziata

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Roma malissimo con la raccolta differenziata, ma spende le sue energie e forze per gestire il ‘Porta a Porta‘ di Acerra. La Capitale continua a mostrare gravi carenze nella gestione dei propri rifiuti. Eppure si sta espandendo nella gestione di servizi ambientali anche al di fuori della Regione Lazio. Proprio la Capitale, infatti, registra una percentuale di raccolta differenziata, la modalità di gestione domestica del pattume urbano, ferma intorno al 45%. Ben al di sotto del limite del 65% imposto dalla legge, che avrebbe dovuto essere raggiunto tra l’altro entro il 2012, quindi 12 anni fa. Questo dato evidenzia una gestione quantomeno inefficiente che si riflette anche nella difficoltà di smaltire i rifiuti indifferenziati, oltrechè quelli differenziati.

Roma malissimo con la raccolta differenziata e… con l’inceneritore di Santa Palomba

Per affrontare questa ‘emergenza‘, il sindaco Roberto Gualtieri ha ottenuto una nomina speciale come Commissario per il Giubileo. Che gli è stata concessa dall’ex premier Mario Draghi. Lo scopo? Velocizzare la costruzione di un inceneritore a Roma-Santa Palomba. Una misura straordinaria che testimonia la complessità della situazione rifiuti nella Capitale. La città eterna si dichiara praticamente ‘incapace’ di soddisfare le esigenze di base della gestione urbana dei rifiuti. Di fatto, ha intenzione di realizzare un impianto grandissimo, da 600mila tonnellate all’anno. Una quantità superiore alle stesse esigenze pur elevate della capitale. Grandezza smisurata e tale da spingere comitati e associazioni a temere che si tratti solo un business che costringerà Roma a comprare rifiuti chissà da chi, solo per ‘mietere’ interessi, a discapito della salute e dell’ambiente.

La gestione di Acerra alla prova del tribunale Amministrativo di Lazio e Campania

Nonostante queste difficoltà, Roma, tramite la Città Metropolitana, ha esteso il suo operato ad Acerra, comune in provincia di Napoli, come detto in apertura. In qualità di stazione appaltante, la Città Metropolitana di Roma ha coordinato la gara per l’affidamento del servizio di raccolta differenziata, la gestione delle isole ecologiche e il piano di pulizia stradale nella cittadina campana. Il bando è stato assegnato a una cordata di imprese. Ma la decisione ha sollevato polemiche e dato il via a un ricorso legale da parte di una delle società escluse.

La sentenza del Tribunale concede tempo a Roma

Il ricorso, presentato inizialmente al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, contesta presunte irregolarità nella gara. Tra queste, si segnala la mancata verifica della congruità dei costi della manodopera, una questione cruciale per la legittimità dell’assegnazione. Tuttavia, il TAR Lazio si è dichiarato incompetente a trattare il caso. Lo scorso 22 novembre, ha indicato il TAR della Campania come la sede appropriata. In quanto gli effetti diretti del bando riguardano esclusivamente il territorio di Acerra.

La decisione del TAR Lazio si basa sul principio giuridico secondo cui la competenza territoriale per le controversie amministrative è determinata dal luogo in cui si producono gli effetti diretti dell’atto. Nel caso specifico, si tratta del Comune di Acerra, dove il servizio deve essere eseguito. La controversia sarà quindi trasferita a Napoli, dove il TAR Campania valuterà la legittimità del bando e dei provvedimenti adottati.

Quali sono le priorità di Roma?

Questa vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e delle priorità da parte di Roma. Da un lato, la Capitale fatica a risolvere le proprie emergenze ambientali, come dimostrato dalla necessità di ricorrere a misure straordinarie per la costruzione di un inceneritore. Dall’altro, estende la propria influenza amministrativa in altri territori, assumendo responsabilità significative.

Le critiche non mancano. C’è chi vede nell’espansione di Roma un tentativo di rafforzare il proprio ruolo istituzionale a scapito di una concentrazione sulle priorità locali. Intanto, Acerra si ritrova al centro di un contenzioso che potrebbe rimettere in discussione l’intera aggiudicazione del servizio. Il verdetto del TAR Campania sarà decisivo per chiarire se la gestione del ‘Porta a Porta’ a Acerra potrà proseguire con l’attuale assetto. O se sarà necessario rivedere tutto il processo di assegnazione. In un contesto già teso, questa vicenda amplifica il dibattito sulle politiche di gestione ambientale. Ssia a livello locale che nazionale, e sulla capacità delle amministrazioni pubbliche di garantire trasparenza ed efficienza.