Roma, mercato e piazza rigenerati in centro, ma dopo l’annuncio social in Campidoglio spuntano variante e mutuo
Roma, il 14 ottobre scorso il Campidoglio la raccontava come una di quelle storie a lieto fine che piacciono a tutti: riqualificazione di piazza dei Vespri Siciliani e del mercato, rigenerazione urbana, alberi nuovi, luci più efficienti, marciapiedi sistemati. Sindaco Gualtieri, assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia e mini-sindaco Del Bello parlavano di “rigenerazione dei quartieri” e di rilancio dell’attività annonaria. Soprattutto c’era un numero rassicurante e una parola che tranquillizzava cittadini e giornalisti. Il progetto “vale 1,5 milioni” – così raccontarono e scrissero – ed è “finanziato con i fondi del Municipio II”, con risorse aggiunte nell’assestamento di bilancio per comprare i chioschi. Mutuo? Zero.
Poi, però, nelle carte spunta (subito) il mutuo. E la variante
Passa poco più di un mese e mezzo e il ‘film’ cambia genere: dalla favola alla contabilità. Nel verbale della Giunta del Municipio II del 2 dicembre 2025 (inseriamo il comunicato stampa del Campidoglio del 14 ottobre e la delibera della Giunta del 2 dicembre in formato scaricabile alla fine di questo articolo) arriva la verità che nei comunicati non fa mai titolo. Per completare l’opera serve una perizia di variante in corso d’opera e soprattutto un finanziamento aggiuntivo da 200.000 euro “a mezzo di mutuo Cassa Depositi e Prestiti”.
Tradotto per chi non mastica burocrazia: il progetto non solo “nasce” e si modifica subito. Ma una parte dei lavori si paga a debito, cioè con rate (e interessi) che pesano sui bilanci futuri (e sulle spalle dei romani) per i prossimi trent’anni. E per un’opera che, nelle carte urbanistiche capitoline, è collegata a una variante al PRG-Piano Regolatore approvata con la deliberazione n. 250 del 14 ottobre 2025 (importo indicato: 570.000 euro).

Perché questa storia è di pubblica utilità
Perché non stiamo parlando solo di una piazza e annesso mercato del Municipio II, in centro. Stiamo parlando del ‘metodo Roma’. Prima si vende la notizia “a costo zero” (o quasi). Poi arrivano le carte con i dettagli: varianti, rimodulazioni, mutui. Il cittadino nel frattempo vede solo due cose: cantieri che si allungano e conti che si complicano.
Il contesto: Roma, la città che vive di “mutui a puntate”
E qui arriva il punto politico: Roma è un Comune che convive con una zavorra storica gigantesca. L’aggiornamento al 30 dicembre 2024 del piano sul “debito pregresso” (quello della Gestione Commissariale) fotografa un insoluto pari a circa mezzo miliardo d’euro. Roma resterà commissariata fino al 2028. In queste condizioni, ogni nuovo mutuo – anche “solo” 200 mila euro – non è mai “solo”: è una goccia dentro un secchio già pieno.
E infatti, mentre si chiede ai Municipi di fare miracoli con le briciole, il Campidoglio continua a usare la leva del debito per aprire cantieri più grandi: 58 milioni di euro di mutuo per interventi stradali e 117,39 milioni per il Ponte dei Congressi sono passaggi ufficializzati con atti capitolini. La Cassa Depositi e Prestiti, del resto, è proprio uno dei canali ordinari con cui gli enti locali finanziano investimenti.

La politica dietro le “opere buone”
La maggioranza che governa Roma guidata dal sindaco Gualtieri e i Municipi hanno un incentivo potente in vista delle elezioni del 2027: annunciare, mettere bandierine, far vedere rendering. Il problema è che la realtà amministrativa spesso presenta il conto dopo, quando l’attenzione pubblica è scesa. È lì che compaiono le parole che non finiscono mai in prima pagina. Variante, rimodulazione, mutuo.
E intanto le partecipate ballano: persino sul fronte rifiuti, AMA pubblica dati 2024 con debiti complessivi per centinaia di milioni, un segnale di quanto siano fragili i conti del sistema-Capitale.
Cosa dovrebbero chiedere i residenti (subito)
Quanto costerà davvero il mutuo (tasso, durata, rata annua)? Non è un dettaglio “da tecnici”, è spesa pubblica. Cronoprogramma: quando partono e quando finiscono i lavori, nero su bianco. Perché la variante: imprevisti? errori di progetto? nuove richieste? Trasparenza totale su appalti e subappa ti: chi fa cosa, e con quali controlli. Perché una piazza più bella serve. Ma se per farla serve “aggiustare” il progetto in corsa e accendere un mutuo appena dopo il comunicato trionfale, la domanda è inevitabile: è rigenerazione urbana o rigenerazione del debito?
