Roma Metropolitane, in 123 rischiano il licenziamento. Ma il comune non decide

I 123 dipendenti rimasti nella società Roma metropolitane in liquidazione rischiano seriamente il licenziamento. E da ottobre saranno senza stipendio. Un autentico incubo, dopo anni di sofferenze lavorative e di incertezze. Le casse della holding capitolina infatti, sono desolatamente vuote. Per quella che era stata un fiore all’occhiello delle società partecipate dal Campidoglio. Con il compito di progettare le nuove linee della metropolitana, e di procedere alle manutenzioni. Poi però, qualcosa è cambiato. Perché da Palazzo senatorio, prima la Raggi e adesso Gualtieri hanno puntato su un’altra soluzione. Un accorpamento tra la stessa Roma Metropolitane e l’Agenzia servizi per la mobilità, per creare un unico grande polo di progettazione e manutentivo.

Peccato però, che la decisione formale non sia ancora stata presa. E che a pagare il prezzo di ritardi e incertezze, come sempre siano i lavoratori. Così, i dipendenti ‘superstiti’ hanno protestato sulla piazza del Campidoglio. E tutte le sigle sindacali sono in mobilitazione. In attesa di quelle risposte e garanzie che tardano ancora ad arrivare.

Roma metropolitane e Atac, i lavoratori protestano in Campidoglio

I sindacati, su Roma Metropolitane servono risposte subito

“Come noto, Roma Metropolitane – ricordano le segreterie regionali – Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti – non ha possibilità di attingere alla cassa integrazione guadagni. La domanda per il FIS ordinario è stata già rigettata da Inps nel corso del 2021. E le successive domande formalizzate in modo unilaterale dall’azienda sempre nel corso del 2021 permangono ancora in attesa del relativo provvedimento da parte di Inps”.

Il liquidatore, nel corso di un recente incontro, ha pertanto comunicato alle rappresentanze sindacali che la liquidità aziendale consentirà di corrispondere i soli stipendi di ottobre. Dopo di che, se non ci sarà un intervento concreto da parte di Roma Capitale, lo scenario sarà tragico. “È inaccettabile – tuonano i sindacati – che le lavoratrici ed i lavoratori vengano ancora gettati nel terrore. Dopo tutti gli anni di calvario che sono stati loro riservati”.