Roma non è la fogna d’Italia. Grillo si sbaglia, ora serve un progetto per ripartire

Romani gente de fogna. Con queste parole pronunciate da Beppe Grillo e rivolte alla Raggi con il conseguente invito a prendersi il figlio e ad andarsene si è davvero toccato il fondo. E in una certa misura è stato proprio il fondatore del Movimento 5 Stelle a certificare il fallimento di una rivoluzione mia decollata. Ovviamente dando la colpa agli altri. Al popolo bue che non capisce e non segue. In pieno stile grillino. Roma però merita molto di più. E purtroppo un progetto chiaro per il rilancio della Capitale manca ormai da troppi anni. La città è stata presentata in tutti il mondo come la culla del malaffare. Con l’inchiesta di Mafia Capitale. Le serie televisive. Romanzo criminale e quant’altro. E poco importa che gli stessi giudici abbiano derubricato quelle accuse. Il danno di immagine ormai era fatto. E proprio su questo tema, la lotta al malaffare Virginia Raggi ha costruito la sua campagna elettorale. Ottenendo un plebiscito nel lontano 2016. Ma gridare honesta’ evidentemente non basta. Perché poi bisogna anche sapere amministrare. E la colpa non può essere solo e sempre di chi c’era prima. Così Roma è stata abbandonata all’incuria e al degrado. E ora servono progetti seri e qualcuno capace di governare davvero che li incarni. Risollevando la città Eterna dal baratro in cui è sprofondata.

Dalle cattedrali nel deserto di Veltroni al nulla della Raggi. Serve un progetto che punti su decoro, trasporti welfare e sicurezza

I problemi di Roma partono da molto lontano. Questo è vero. Ma in questi anni non si è fatto niente per invertire la rotta. Sono ancora presenti le cattedrali nel deserto del sindaco Veltroni, come la grande Vela incompiuta di Calatrava vicino a Tor Vergata. Milioni di euro che potevano essere investiti in progetti e opere veramente utili per la città. E poi il Piano regolatore del 2006, che non prevedeva neanche un metro quadrato per l’edilizia economica e popolare. Della fine drammatica dell’esperienza della giunta Alemanno abbiamo già detto, mentre Ignazio Marino ha stabilito un record. Farsi sfiduciare dai suoi stessi consiglieri del PD. Di notte, nella stanza di un notaio. La Raggi purtroppo non ha fatto meglio, perché nel timore di sbagliare ha preferito non decidere. Iniziando proprio con il no pesantissimo alle Olimpiadi. Mai digerito dalla città. E poi con una serie di cambi vorticosi nella dirigenza delle società partecipate. A cominciare da Ama e Atac. E guarda caso, trasporti e decoro urbano sono i problemi maggiori che lamentano i Romani. Insieme alla sicurezza, che non viene più percepita specie in periferia. O in prossimità degli innumerevoli campi  nomadi sparsi per i territorio. E mentre ai rom che lasciano le baraccopoli viene garantita la casa, per i cittadini in difficoltà non c’è speranza. Ecco, per cambiare e vincere bisogna ripartire da qui. Tornare a parlare con le sterminate periferie abbandonate. Far capire alla gente che ci può essere ancora speranza. E un progetto per una città migliore.
Le bancarelle degli urtisti urtavano la Raggi. I cassonetti stracolmi e i cinghiali per strada invece no

Il commercio e le grandi opere possono restituire la ricchezza a Roma. Basta con i no della Raggi

Serve un vero ‘Piano Marshall’ per far ripartire Roma. E stavolta non bisognerà sbagliare. Individuando le vere priorità della Capitale. Innanzi tutto iniziando a dire dei si, rispetto ai troppi no e non so della Raggi. Sul progetto di prolungamento della metro C per esempio. E l’attestazione della B a Bufalotta e Porte di Roma. Perché la mobilità e’ la prima sfida da vincere. E il monopattino e’poco più di una trovata pubblicitaria. Poi puntando forte sul decoro e sulla sicurezza. Sgomberando in fretta i troppi campi nomadi fuori controllo. Pulendo davvero le strade. E sfalciando le aree verdi. Cose semplici, ma che in questi quattro anni non si sono viste. Insieme a un welfare vero, a cominciare dal diritto alla casa per i tanti Romani che ancora dormono in macchina. Perché sembra sempre più difficile sentirsi padroni a casa nostra. Senza dimenticare le migliaia di dipendenti del Campidoglio e delle aziende partecipate. Che non sono un peso, ma una ricchezza per la città. Infine il commercio. Insieme all’edilizia, è stato sempre il motore di Roma. Oggi gli esercenti e gli albergatori sono in ginocchio. E non basta qualche metro quadro in più di suolo pubblico per rialzare la testa. Serve una moratoria sulle tasse e sui tributi di competenza comunale.
Pd killer del commercio romano. E grillini al suicidio

Subito un nuovo Piano per il turismo. La ‘grande bellezza’ non può attendere 

Servirà prima di subito un nuovo Piano per il turismo. Un progetto per riportare a Roma il suo oro. Che è legato indissolubilmente alle sue grandi bellezze uniche al mondo.Per esser pronti a ripartire, appena il mondo sarà più tranquillo e il covid allenterà la sua morsa. Una sfida bellissima dunque, ma anche complicata. Di quelle che fanno tremate i polsi. E che si fanno non per calcolo ma per amore. Se il centrodestra unito vorrà vincere la partita, occorrerà davvero gettare il cuore oltre l’ostacolo. E trovare gli uomini e le donne gusti. A cominciare dal sindaco. E dalla futura giunta, che dovrà rappresentare il meglio esistente in città. Senza calcoli politici, e senza sconti per nessuno.

Turismo in ginocchio. Giorgia Meloni: ecco come farlo ripartire