“Roma non può ospitare la finale dell’Europeo”. Gravina gela Draghi e le speranze azzurre

“Mi restano nel cuore le immagini degli azzurri che festeggiano in campo ringraziando i tifosi, cercando di contaminare e di farsi contaminare da questo sano entusiasmo che stiamo respirando”. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha fatto un bilancio delle tre vittorie azzurre nella prima fase dell’Europeo (Turchia, Svizzera e Galles) durante un incontro con la stampa che si e’ tenuto a “Casa Azzurri”. Emozioni e sentimenti che il numero uno del calcio italiano ha voluto condividere, proprio mentre cala il sipario sullo spazio allestito in zona Prati, a Roma, all’interno di un ex deposito di autobus abbandonato e poi recuperato. “Nel gruppo c’e’ gioia e voglia di stare insieme, questi ragazzi sono orgogliosi di rappresentare il loro Paese. Sapevamo che riportare la gente allo stadio sarebbe stata una scommessa. Farlo in sicurezza e’ stato un messaggio di speranza per il futuro del Paese”. Il presidente non si sbilancia sul risultato finale, ma fa capire che l’asticella delle ambizioni si e’ alzata: “Vincera’ una soltanto, a noi interessa il percorso che porta al risultato. Quello resta nella storia. Abbiamo ritrovato una connessione sentimentale con i tifosi, questo e’ il successo che deve durare”.
Durante la conferenza stampa, Gravina si e’ focalizzato poi su tre tematiche a lui particolarmente care: gli ascolti in tv, l’accoglienza della citta’ di Roma e il successo di “Casa Azzurri”. Davanti agli schermi, sono stati ben 42 milioni gli italiani-spettatori, con uno share del 62% tra dati Rai e Sky. Sui social, la comunita’ azzurra e’ aumentata di mezzo milione in pochi giorni; sono nati anche i profili in arabo e in cinese.
“Siete stati testimoni di come il calcio sia diventato uno strumento straordinario di partecipazione – ha detto Gravina ai giornalisti – Alle gare hanno assistito 48 mila persone, con un’accoglienza impeccabile della citta’ e un livello di sicurezza altissimo”. Oltre tremila i volontari. “Nonostante limitazioni abbiamo vissuto dentro “Casa Azzurri” delle bellissime giornate.
Per la prima volta nella storia questo spazio e’ stato aperto al pubblico, c’e’ stata la possibilita’ di creare una relazione con i tifosi”. Dodicimila gli accessi, 7.500 le registrazioni tramite App. E poi 20 workshop, 9 eventi intrattenimento e 7 concerti live dal 9 al 20 giugno.

Gravina prevede di superare la soglia del 25% dal 2022
“Qualcuno ha pensato che il mondo del calcio fosse privilegiato rispetto alla cultura e agli spettacoli. Abbiamo dimostrato che il settore dello spettacolo puo’ seguire il nostro esempio”.
Rispondendo poi ad alcune domande, il presidente federale ha detto di voler “raccogliere i primi dati” e, sulla base di questi numeri, “lavorare per un nuovo protocollo da presentare al ministro Speranza in vista della ripartenza del campionato”.
L’idea della Figc e’ quella di superare la soglia del 25% gia’ dall’inizio della Serie A 2021-22. Gravina ha commentato inoltre il gesto degli azzurri nel pre-partita di Italia-Galles, con alcuni calciatori che si sono inginocchiati contro il razzismo (seguendo l’esempio dei gallesi) e altri che, invece, non l’hanno fatto: “Ognuno assume, attraverso la sua sensibilita’, i comportamenti che ritiene piu’ consoni. Alcuni si sono inginocchiati, altri si sono limitati ad applaudire, come ha fatto anche il pubblico sugli spalti. Massimo rispetto per tutte le forme atte a testimoniare l’attenzione contro ogni forma di discriminazione. Continueremo a lasciare liberi di scegliere i nostri ragazzi”.
E se la Figc “non puo’ incidere sulle fan zone” – dunque nei prossimi giorni resteranno solo i maxi-schermi di piazza del Popolo e via dei Fori Imperiali, con le solite limitazioni volte a contingentare l’ingresso del pubblico – sulla possibilita’ di una final four dell’Europeo a Roma, visti i problemi di Londra con la variante Delta, Gravina e’ stato netto: “Smentisco categoricamente. Cosi’ come posso smentire uno spostamento su Budapest. Non ci sono le condizioni. Gli assembramenti allo stadio nella capitale ungherese (60 mila persone, senza distanziamento ne’ mascherine, ndr)? Ci sono una serie di verifiche in atto per capire che effetti puo’ generare, nell’arco dei canonici 10-14 giorni di incubazione, il ‘libera tutti’ che abbiamo visto. La Uefa sta coltivando una preoccupazione”.