Roma, rubano e poi restituiscono l’auto che Fabrizio Frizzi aveva regalato a Rita Dalla Chiesa: indagato 41enne

Le avevano rubato l’auto ricordo del suo grande amore, Fabrizio Frizzi. E lei, per ritrovarla, aveva fatto un appello. E forse proprio grazie a quell’appello Rita Dalla Chiesa era riuscita tornare in possesso della sua amata Micra rossa, regalo del suo ex e pezzo della sua storia d’amore. Il furto era avvenuto a Roma e aveva commosso in molti, proprio grazie alle parole di Rita Dalla Chiesa. E ora, a distanza di 4 mesi, arriva la svolta.
Il furto e l’appello
La Nissan Micra, risalente agli anni Novanta era carica di significato affettivo per Rita Dalla Chiesa, che l’aveva descritta come l’ultimo simbolo tangibile di un amore passato. La notte tra il 2 e il 3 maggio, l’auto sparisce dal box in cui era custodita. Disperata, la conduttrice tv lancia un appello via social: foto, parole struggenti, e la richiesta al pubblico di aiutare a ritrovarla.

E, pochi giorni dopo, ecco la svolta: la vettura torna, inaspettatamente, davanti al cancello di casa. Nessun vandalismo, nessun danno evidente. Rita Dalla Chiesa posta una foto, accompagnata da ringraziamenti ai follower e da un senso di sollievo misto a incredulità.
Lo strano furto… con riconsegna
Secondo le ricostruzioni, il furto sarebbe avvenuto il 3 maggio. Dopo i rilievi dei carabinieri nel box, è stata sporta denuncia presso la stazione di Ponte Milvio, a Roma. Dal sopralluogo sono scaturiti elementi che hanno fatto indirizzare gli investigatori verso delle ipotesi ben precise. Tracce biologiche raccolte tramite rilevamenti tecnico-scientifici potrebbero aver permesso, in un secondo momento, di risalire al profilo genetico di un sospettato. Si tratta di un individuo di 41 anni, filippino, ora indagato per furto aggravato. Non risultano rapporti diretti tra lui e Rita Dalla Chiesa.
Le ipotesi sul movente
Tra le piste vagliate c’è anche quella che il ladro non sapesse a chi appartenesse l’auto, o che abbia agito per noia o necessità. C’è anche chi suggerisce che la restituzione sia maturata a causa della pressione dell’indagine e della possibilità che telecamere o segnalazioni lo inchiodassero. Un’altra ipotesi è che ci sia una connessione con il mercato della droga, ma finora è solo uno spunto investigativo, non confermato.