Roma, spia l’ex con il Gps, lo perseguita, lo picchia e lo minaccia di morte: condannata 56enne

Non era un film di spionaggio, ma la vita quotidiana – diventata un incubo – di un uomo di 65 anni perseguitato dalla sua ex compagna. Lei, Delia C., 56enne di Roma – vive a Spinaceto – da vera stalker, era arrivata a piazzargli un localizzatore GPS sull’auto per sapere sempre dove trovarlo. Ogni suo movimento, ogni suo spostamento era controllato. E se cercava di cambiare abitudini o orari, lei era lì. Puntuale come un’ombra inquietante.

Persecuzione tecnologica e fisica
A raccontare la vicenda Il Messaggero. La donna lo pedinava, lo tempestava di messaggi e telefonate minatorie, si appostava nei luoghi che lui frequentava e non si faceva problemi ad aggredirlo in pubblico. Come quando, il 24 luglio scorso, lo ha raggiunto ad Acilia in un autolavaggio e lo ha schiaffeggiato davanti a diversi testimoni. Era ossessionata dall’idea che l’uomo avesse un’altra, e lo insultava a voce e per iscritto, lasciando biglietti pieni di insulti nella portiera dell’auto.
Roma, si apposta sotto casa dell’ex per minacciarla: arrestato dopo mesi di stalking
“Ti ammazzo”: minacce di morte anche ai familiari
Il copione era sempre lo stesso: “Se ti vedo con un’altra ti ammazzo, a te e a lei”, gli urlava. E le minacce non si fermavano a lui. Anche la figlia, la nuora e i nipotini erano stati presi di mira nei messaggi e negli insulti. Nonostante un provvedimento di divieto di avvicinamento, la donna aveva continuato a presentarsi ovunque, senza mai fermarsi.
Chiamate da cinque numeri diversi: persecuzione continua
La polizia del commissariato di Spinaceto ha ricostruito un quadro preciso: migliaia di chiamate e messaggi, spesso da utenze diverse. Ogni volta che veniva bloccata, cambiava numero e ricominciava da capo. Almeno cinque SIM usate solo nella primavera-estate del 2024. Una determinazione ossessiva, che ha trasformato la vita della vittima in una trappola.
Le minacce anche dopo il rinvio a giudizio
Ieri la sentenza di condanna: un anno e quattro mesi, con rito abbreviato. Ma questa potrebbe essere solo la prima tappa. Perché Delia C. dovrà affrontare un secondo processo, sempre per stalking nei confronti dello stesso ex. Le minacce, infatti, sono proseguite anche dopo il rinvio a giudizio, rendendo evidente che la sua ossessione non si era mai fermata.
Ieri la sentenza di condanna: un anno e quattro mesi, con rito abbreviato. Ma questa potrebbe essere solo la prima tappa. Perché Delia C. dovrà affrontare un secondo processo, sempre per stalking nei confronti dello stesso ex. Le minacce, infatti, sono proseguite anche dopo il rinvio a giudizio, rendendo evidente che la sua ossessione non si era mai fermata.