Salvini: “Pugno duro sugli sbarchi: chi sbaglia paga. Bene così”

“Chi sbaglia, paga. Bene così”, è il tweet del leader leghista e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini che ribadisce la posizione sul tema migranti. Il messaggio, infatti, chiosa una foto più eloquente, un manifesto, dove il volto di Salvini è sovrapposto all’immagine della nave Geo Barents, della ong Medici Senza Frontiere, e campeggia la scritta: “Stretta in vista: multe, sequestri e più controlli. Il governo pronto al pugno duro sugli sbarchi”.
L’idea sulla quale sembra ci si stia muovendo, al momento, è quella di riprendere in mano i decreti firmati da Matteo Salvini quando, da ministro e vicepremier del primo governo Conte, lanciò la sua battaglia contro le imbarcazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Con un obiettivo chiaro: avere a disposizione strumenti più pervicaci per bloccare le navi delle organizzazioni umanitarie. Lo stesso di quattro anni fa. Era il 2018, il governo gialloverde era appena nato – proprio come quello della prima premier donna – e l’esecutivo mandò un messaggio chiaro a quelli che lo stesso Salvini ha sempre etichettato come i “taxi del mare”.

Misure del governo contro i taxi del mare
Gli ostacoli da superare, però, non sono pochi. Considerando soprattutto il fatto, non secondario, che i provvedimenti furono accompagnati dai rilievi dello stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quel che è certo è che il governo, in rotta con la Francia proprio sul tema della redistribuzione e l’accoglienza dei migranti, è pronto a mettere di nuovo mano al tema che ha accompagnato la campagna elettorale estiva. Il primo passo è stato il decreto interministeriale – firmato dai ministri dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture – per concedere lo sbarco sulle coste italiane solo a fragili, donne e bambini. Un provvedimento che, con ogni probabilità, potrebbe essere utilizzato proprio per arrivare al sequestro amministrativo delle imbarcazioni – disposto dai prefetti – nel caso queste non lo ottemperassero alla lettera. In ogni caso le nuove disposizioni dovrebbero finire all’interno di un decreto più ampio sulla sicurezza sul quale nei prossimi giorni cominceranno a lavorare gli uffici legislativi competenti.
Si lavora per riprendere in mano i decreti Salvini sugli sbarchi
Saranno inoltre rispolverate le maxisanzioni alle imbarcazioni delle Ong che, all’epoca del decreto sicurezza bis, potevano raggiungere anche il milione di euro. Una cifra che non sarà riproposta ma che è possibile invece si assesti tra i 10mila e i 50mila euro, come era inizialmente prevista anche nei decreti sicurezza di Salvini . Non solo. Il ministro Piantedosi potrebbe riportare in auge anche la norma che concede al Viminale la possibilità di limitare o vietare l’ingresso, il transito e la sosta alle navi per motivi di sicurezza. I porti, dunque, rischiano di tornare “chiusi”. Il governo è pronto al pugno duro sugli sbarchi.