Sanitari contro il Policlinico Umberto I: “Andremo fino allo sciopero”

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I lavoratori del settore sanitari proseguono le proteste. Ieri c’è stata la manifestazione con centinaia di lavoratori del Policlinico Umberto I di Roma in assemblea e poi in corteo davanti alla direzione generale dell’azienda ospedaliera. Adesso la strada sembra segnata: la mobilitazione continuerà fino allo sciopero. Lo affermano i sindacati di categoria al termine della manifestazione che si è tenuta ieri mattina al Policlinico Umberto I. “Dall’azienda è ancora e solo muro di gomma. Nessun confronto e nessuna apertura rispetto a tutti gli atti unilaterali, illegittimi, di cui abbiamo chiesto il ritiro. La direzione è arroccata su posizioni indifendibili, tanto che si è rifiutata persino di ricevere una delegazione dei tantissimi lavoratori che hanno partecipato all’iniziativa”.

I sanitari: l’azienda non rispetta gli accordi

I sindacalisti ocnfermano: “Il verdetto dell’assemblea è stato chiaro: non ci fermeremo, andremo avanti con la mobilitazione, pronti ad incrociare le braccia per difendere diritti e dignità dei lavoratori e continuità assistenziale per i pazienti”. “L’azienda insiste nel voler imporre il prolungamento dell’orario di lavoro per gli operatori impegnati nelle attività ambulatoriali, senza curarsi del fatto che questa è materia di contrattazione.

E poi ci sono i bonus Covid negati alla stragrande maggioranza dei lavoratori, ignorando quanto definito dagli accordi tra sindacati e Regione Lazio. Le indennità di malattie infettive non riconosciute, la calendarizzazione del piano della performance mai programmata, gli accordi su indennità e produttività disapplicati, i trasferimenti di personale tra i reparti senza alcuna informazione, i rischi per il salario accessorio e per le ferie dei dipendenti”, attaccano i sindacalisti.

Il policlinico viola il contratto

“Non permetteremo che la direzione agisca in violazione delle norme di legge e di contratto. Senza contare che questa pessima gestione aziendale si ripercuote in modo inutilmente vessatorio nei confronti di lavoratori che hanno affrontato l’emergenza coronavirus in prima linea. E si sono spesi e sacrificati oltre ogni limite per la salute di tutti. L’atteggiamento arrogante dell’azienda, che da tempo ha azzerato le relazioni sindacali con i rappresentanti dei lavoratori, mette a rischio non solo la dignità professionale dei dipendenti, ma anche la riorganizzazione delle attività assistenziali necessarie alla fase post-emergenza. Per questo valuteremo anche la possibilità di percorrere le vie legali per denunciare il comportamento antisindacale della direzione”.

I sanitari non si tireranno indietro

I sindacati concludono: “La misura è colma. Abbiamo chiesto anche alla Regione Lazio di intervenire, ma l’unica risposta è stata il silenzio. Se l’azienda vuole lo scontro, i lavoratori hanno dimostrato di non volersi tirare indietro. Prepareremo tutte le iniziative necessarie, proteste, assemblee, flash-mob, fino ad arrivare allo sciopero di tutto il personale”.