Scuola, 3 famiglie su 4 chiedono di rimandare l’apertura. E’ braccio di ferro con la Azzolina

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Scuola, il 75% delle famiglie italiane è favorevole a un rinvio del ritorno in classe per gli studenti e a sostituire l’insegnamento tradizionale con la didattica a distanza. Il dato emerge da un sondaggio pubblicato online dal Codacons, di cui oggi l’associazione rende noti i risultati. ”3 famiglie su 4 esprimono grande preoccupazione per la riapertura delle scuole, anche a causa del caos che sta investendo il settore e delle polemiche politiche che da giorni tengono banco sui mass media”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “Per il 75% dei cittadini e alla luce dell’emergenza Covid sarebbe opportuno posticipare il ritorno in classe, ricorrendo alla didattica a distanza fino a che non vi saranno maggiori garanzie sul fronte sanitario”, continua Rienzi.

Meglio che la scuola riparta dopo le elezioni

Proprio la questione della sicurezza degli studenti dentro e fuori le scuole è al centro delle preoccupazioni delle famiglie. Le quali hanno segnalato criticità e inviato richieste per il nuovo anno scolastico. ”In particolare gli utenti chiedono la possibilità di scegliere tra didattica in presenza e didattica a distanza. Sicurezza totale sui trasporti pubblici, lezioni più brevi per arieggiare e sanificare ambienti, minor numero di alunni per classe. E infine interventi di edilizia sugli edifici scolastici che devono risultare a norma di legge sotto ogni aspetto”, aggiunge Rienzi. “Misure che aiuterebbero a rassicurare le famiglie e contribuirebbero a limitare il rischio di contagi da Covid tra gli studenti”, conclude.

I presidi al governo: rinviate non siete pronti

La scuola anche al centro della posizione dei presidi del Lazio. Le scuole che hanno chiesto di rinviare l’apertura sono “centinaia, la richiesta si sta allargando a macchia di leopardo, mi arrivano messaggi da tutta Italia”. Lo sottolinea in un’intervista al Corriere della Sera Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi nel Lazio. “Mancano i banchi, mancano i docenti, soprattutto di sostegno, non sono stati finiti i lavori di adeguamento – aggiunge – le richieste che mi arrivano sono tantissime, perché i dirigenti non vogliono trovarsi impreparati alla riapertura, e sperano che almeno dopo il 22 si possa avere un quadro di sicurezza degli studenti”.

Nel Lazio decideranno i comuni sulla riapertura

Si può rinviare, spiega, ”invocando l’autonomia scolastica, ma sempre in sinergia con le amministrazioni. Nel Lazio è stato deciso che saranno i Comuni a dover dare il via libera, dopo la decisione collegiale della scuola. Ma in città grandi come si fa, con la mole di lavoro per la riapertura? E poi, a Roma decide il Campidoglio o il municipio? Restano mille dubbi”. “C’è anche un altro problema – sottolinea – Ci sono istituti che stanno accatastando i vecchi banchi all’aperto, che alla prima pioggia si infradiceranno. Noi abbiamo chiesto al Comune di Roma di poterli donare ad associazioni benefiche. Altrimenti vanno stoccati in un grande magazzino. Ma se rimangono fuori per giorni è un danno per la comunità.