Scuola, a gennaio Conte sarà costretto a richiudere subito

La scuola si ha da aprire il 7 gennaio. A tutti i costi. Lo dice Conte, lo dice Arcuri, lo dice ovviamente la Azzolina. Innescando probabilmente – anzi, sicuramente – la terza drammatica ondata. Qualche regione e anche qualche comune si sta già organizzando. Vengono date risorse per potenziare i trasporti. Ma altri governatori hanno i loro dubbi, così come gli addetti ai lavori. Poi si apprende che i professori non hanno neanche la priorità nei turni dei vaccini. Un governo che naviga alla cieca, e che a gennaio sarà costrettto a chiudere i fretta e furia le scuole, se non l’Italia, per aver dato ascolto ai talibani della riapertura a tutti costi.
Scuola, governo in forte ritardo
“Il 7 gennaio, data prevista dal governo per il ritorno degli studenti in presenza, è dietro l’angolo. Condivido con lei la considerazione che la scuola non possa essere aperta poi chiusa a intermittenza. Al danno si unirebbe la beffa. Proprio per questo nutro una forte preoccupazione per i ritardi che si stanno accumulando, tali da compromettere il raggiungimento dell’obiettivo previsto”. Così in una lettera il presidente della commissione Istruzione e Cultura del Senato, Riccardo Nencini, indirizzata alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Nencini nella lettera aggiunge: “Genera perplessità il fatto che i tavoli coordinati dai prefetti, in particolare per organizzare il sistema trasporti, salvo che in poche realtà locali non siano stati ancora convocati oppure si confrontino ancora su incerti dati statistici. Eppure non c’è più molto tempo.

Nencini: non c’è più tempo
In evidenza resta poi il problema di un eccessivo numero di cattedre vuote e dei test rapidi e dei tamponi da effettuarsi in ambito scolastico. Urgono misure efficaci, se necessario straordinarie. La VII Commissione ha avviato un ciclo di audizioni sull’impatto psicofisico della didattica a distanza sugli studenti. Prevalgono gli effetti negativi: ansia, inquietudine, perdita di segretezza, consapevolezza dell’allargamento delle diseguaglianze. La terrò informata passo dopo passo e al contempo le chiedo di fare altrettanto con la Commissione che presiedo per quanto riguarda le procedure in atto per la riapertura scolastica”.
Forza Italia: anche per la scuola non si è fatto nulla
Forza Italia se la prende col governo. “Le scuole devono riaprire, ma i mesi nei quali gli istituti superiori sono rimasti chiusi andavano impiegati per sistemare l’annosa questione dei trasporti. Invece in queste settimane non è stato fatto nulla, e oggi si mette in discussione il ritorno in classe il 7 di gennaio. Un grande, ennesimo, errore da parte del governo”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
“La scuola è fondamentale, c’è già stato un ritardo educativo molto forte durante questa pandemia, anche a causa di una didattica a distanza non accessibile a tutti gli studenti. L’esecutivo ha il dovere di attrezzare il trasporto pubblico locale, le metro, i tram, gli autobus, ma ci sembra di rivedere lo stesso film di quest’estate. Anche in questo caso le famiglie avrebbero il diritto di conoscere cosa accadrà dopo il periodo festivo, basta con i disagi sulle spalle dei nostri ragazzi e dei genitori”, conclude.