Scuole aperte a luglio e agosto, ma aderisce solo una famiglia su 8

L’apertura di molti istituti scolastici nuche nei mesi di luglio e di agosto sta dividendo l’opinione pubblica. E anche i giudizi di presidi, docenti e delle stesse famiglie non sono unanimi. Partiamo da un punto fermo, in linea di massima l’idea di tenere aperte le scuole d’estate piace. Perché permette di raggiungere diversi obiettivi. Recuperare un po’ dei programmi e del tempo perso a causa della pandemia, certamente. Ma anche fornire spazi per una socializzazione sicura tra i ragazzi. Luoghi che sono spesso mancati in questi lunghi mesi di lockdown. Inoltre, per chi ha la fortuna di lavorare le scuole aperte sono un posto sicuro dove portare i propri figli. Mentre giugno e luglio a casa, spesso per le famiglie sono molto impegnativi. Se non si è in smart working, o non si ha la possibilità di prendere una baby sitter. In grado di prendersi cura anche a livello didattico della prole. Quando i genitori sono fuori. Tutto bene allora? Non proprio. Infatti il problema più grosso sembra essere proprio per le scuole. Perché molto del personale in estate sarà in ferie. Inoltre, gli stagionali, come chi fa supplenze e gli addetti ai diversi servizi scolastici, avranno i contratti scaduti. Quindi l’offerta potrebbe essere molto più limitata del previsto. Anche per questo, finora le domande non sono state moltissime. E ben otto famiglie su dieci, si stanno organizzando da sole. Non fidandosi del supporto della scuola.

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I presidi, per aprire le scuole d’estate dobbiamo presentare i progetti entro maggio. Ma ci mancano docenti e personale

“Per poter accedere ai finanziamenti – spiega Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio – bisogna presentare dei progetti entro la fine del mese. E pur lavorando su questo c’è il rischio di non poterli poi mettere in pratica. Perché  alle scuole serve anche il personale per aprire le strutture, e dunque i collaboratori scolastici, ma anche personale di segreteria”. E a luglio ed agosto queste figure nelle scuole mancheranno per via delle ferie. «I nostri collaboratori – argomenta Tiziana Sallusti, dirigente del liceo Mamiani – oltre ai docenti hanno incarichi annuali. E dunque nei mesi estivi andranno in ferie perché il loro contratto si interrompe. Stiamo cercando di organizzarci, ne discuteremo con gli organi collegiali. Ma il nostro istituto a luglio e agosto sarà completamente svuotato, non so se parteciperemo. Senza contare che resta il nodo su settembre con classi composte a 28 alunni».

Insomma, l’idea c’è. Ma rischia di trasformarsi in un flop, se non verrà perfezionata in fretta. Magari dando una continuità lavorativa a quei precari che tanto aiutano a tenere aperte le scuole e a svolgere la didattica. Potrebbe essere una soluzione, e metterebbe d’accordo un po’ tutti.

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/scuole_roma_estate_come_funziona_professori_studenti_presidi_cosa_succede-5932741.html