Scuole aperte o meno, i trasporti non vanno. Parola di FDI

 Al di là del posticipo delle aperture delle scuole secondarie superiori dall’11 al 18 gennaio, il sistema dei trasporti a Roma e in tutta Italia rimane sostanzialmente inadeguato. A cominciare dal Tpl, quel trasporto pubblico locale che nelle grandi città è fondamentale per garantire il diritto alla mobilità. In sicurezza, nonostante il covid. Cosa che purtroppo non sempre avviene. Identiche considerazioni si possono fare se passiamo ad esaminare l’efficienza dei treni per i pendolari, che spesso si trasformano in veri e propri incubatori del contagio. Tra corse che saltano, controlli scarsi ed eccessivo affollamento. Va sicuramente meglio per l’alta velocità, dove comunque la politica ha messo pesantemente le mani. Con la nomina di Michele Meta dirigente piddino di lungo corso a presidente della holding di Trenitalia. Mentre il trasporto aereo è in subbuglio, con la creazione della nuova Alitalia (ITA ndr). Che dovrebbe contare su appena una cinquantina di aerei, e lasciare quasi la metà dei dipendenti a casa.

Insomma, un gran caos sul quale il Dipartimento nazionale dei trasporti di Fratelli d’Italia ha chiesto chiarezza. Dopo che grazie ad un  emendamento in Finanziaria del partito di Giorgia Meloni sono stati trovati 350 milioni di euro in più per potenziare almeno il Tpl cittadino. Ma ovviamente i soldi deve metterli chi governa. A Roma poi sono stati coinvolti i privati, per gestire una ventina di linee Atac. E aumentare le frequenze dei passaggi dei bus alle fermate. Basterà a dissipare i dubbi? Per ora sembra proprio di no.

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Fratelli d’Italia, che fine ha fatto il Piano trasporti a Roma?

Il dipartimento nazionale trasporti di Fratelli d’Italia diretto dal senatore Massimo Ruspandini ha fatto il punto sulla drammatica situazione della mobilità pubblica e privata in Italia. Con un focus particolare su Roma. Dove la situazione appare particolarmente problematica, specie nell’approssimarsi della riapertura delle scuole superiori. “Se prendiamo in considerazione il caso della capitale si apprende che ATAC a Roma propone 1500 corse in più al giorno mantenendo la capienza dei bus al 50% – si legge in una nota del dipartimento. Ma si apprende anche che l’azienda romana ha affidato temporaneamente (sei mesi?) a privati la gestione di otto linee Tpl e di 35 collegamenti dedicati al servizio scolastico. Entrando nel dettaglio però si rileva che “a regime le 1500 corse in più al giorno considerano anche quelle originate dal subaffidamento di 10 linee ai privati del 14 dicembre scorso”. Insomma, numeri confusi e rischio di assembramenti rimangono.

Ma per FDI servono a poco anche le parole dell’assessore ai trasporti della Regione Lazio: “Garantiremo la sicurezza dei cittadini e il necessario adeguamento dell’offerta di trasporto pubblico”. I cittadini romani, e non solo, si chiedono come dovranno comportarsi a partire dal giorno della ripresa delle attività scolastiche in presenza, e i problemi non finiranno certo lunedì 11 o 18 gennaio. Tra pendolari abbandonati, metropolitane affollate, bus in ritardo e scuole aperte si rischia veramente il caos.

Le domande rimaste senza risposta

Sono ancora troppe le domande rimaste senza risposta. Su cosa succederà nel sistema della mobilità a Roma in occasione della riapertura delle scuole superiori. Si tratta di coordinare tutte le esigenze, secondo quanto dichiarato in un comunicato stampa dal dipartimento nazionale dei trasporti di Fratelli d’Italia. Fasce orarie di ingresso e di uscita, lezioni al 50%, trasporto pubblico, trasporto scolastico e normale attività lavorativa di chi non è in smart working. Servirebbe un Piano dettagliato, coordinato tra tutte le istituzioni, hanno fatto sapere da FDI. Ma almeno a Roma si procede a tentoni, sperando nella fortuna e che tutto alla fine vada bene. Ma non è questo il sistema con cui la giunta Raggi e il governatore Zingaretti potranno garantire quella ripresa in sicurezza che tutti auspichiamo.