Scuole, banchi a rotelle e caos. Anche nel Lazio la riapertura potrebbe slittare

È caos senza fine per la ripresa dell’anno scolastico. E a parte le assicurazioni di rito che tutto a metà settembre sarà a posto, non si capisce davvero cosa stiano facendo la ministra Azzolina e il suo staff di viale Trastevere. Perché le indicazioni sono state diverse e spesso contrastanti. E hanno ingenerato confusione in insegnanti e presidi e apprensione nelle famiglie. Che ancora non hanno capito se e quando potranno portare di nuovo fisicamente i propri figli nelle scuole. E con quali regole. Mentre intanto le ferie giungono alla fine, per chi ha avuto la fortuna di poterle fare. E con la ripresa del lavoro, avere la certezza delle scuole riaperte a settembre diventa fondamentale. Abbiamo iniziato con la trovata dei banchi con le rotelle, più facili da spostare. Per mantenere la distanza di sicurezza tra gli alunni. Poi però sono arrivate subito una valanga di critiche. E di dubbi fondati. Con il rischio che le classi si trasformino in grandi piste di pattinaggio.

Ma si è parlato anche dei plexiglass tra gli alunni, altra idea poi messa in soffitta. Dell’obbligo di mascherina, ma solo dai sei anni in poi. Degli spazi esterni, anche palestre o bed and breakfast. Fino all’obbligo del distanziamento nel trasporto. Ma solo se dura più di 15 minuti. Insomma, parlare di caos è poco. E intanto i contagi continuano a risalire.

Riaprono le scuole, niente regole e trasporti nel caos

D’Amato, se i contagi salgono le scuole potranno restare chiuse. Ma le famiglie hanno diritto alla chiarezza

L’assessore alla sanità della Regione Lazio è stato chiaro. In una recente dichiarazione alla stampa, ripresa tra gli altri dal sito money.it. Siamo tornati ai livelli di maggio, se continuiamo così si rischia di pregiudicare l’apertura delle scuole in sicurezza. Parole pesanti, che hanno subito gettato le famiglie nel panico. Perché la scuola da remoto ha lasciato il segno, soprattutto sui genitori. Seguire i propri figli e lavorare infatti spesso è una vera e propria impresa impossibile. Così adesso tutti vogliono chiarezza. Date certe, sulle quali programmare la propria vita. E regole sensate da rispettare. Ma il percorso potrebbe davvero essere ad ostacoli. Come spiega lo pneumologie Richeldi. Possiamo fare tutti i protocolli che vogliamo per la riapertura delle scuole, ha dichiarato il luminare. Ma se riprenderemo dipenderà dalla situazione epidemiologica da qui a un mese. E visti i dati della curva covid nel Lazio in questi ultimi giorni, non c’è da stare allegri.

https://www.money.it/le-scuole-non-riaprono-a-settembre-scenario-spaventa-genitori-lazio

I Presidi sul piede di guerra. Banchi ancora non consegnati e regole poco chiare. Siamo stati lasciati soli

E sul piede di guerra sono scesi anche i presidi delle scuole d’Italia e ovviamente del Lazio. Attraverso un comunicato del presidente della Associazione Nazionale Presidi Antonello Giammelli ripreso da Adn Kronos. Con una protesta che è arrivata fino a Roma. Servono locali, banchi monoposto e un ampliamento dell’organico ha dichiarato Giammelli. Non si devono vanificare gli enormi sforzi profusi dai Presidi e dai loro collaboratori. Abbiamo necessità di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei nuovi banchi, perché è impensabile fare tutto all’ultimo momento. Ad oggi infatti l’unico strumento reale di  protezione dal contagio resta la mascherina. Ma indossarla per oltre sei ore al giorno da parte dei docenti e degli alunni potrebbe dimostrarsi molto complicato. Fin qui il presidente dell’Anp Giammelli, ed è difficile dargli torto.

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