Scuole chiuse? Questi incapaci non sanno che fare. Anche Roma nel panico

chiusura scuola

Coronavirus, più scomposta che mai la reazione del governo su come fronteggiare il contagio. Prima dicono che chiudono le scuole, poi c’è la smentita. Intorno alle 14 “fonti del governo” avevano fatto sapere che già da domani le scuole avrebbero chiuso. E fino al 15 marzo. Passano pochi minuti, e il ministro dell’Istruzione Azzolina smentisce. “Nessuna decisione sulle scuole è stata presa, non c’è la chiusura al momento. Abbiamo chiesto al comitato tecnico-scientifico una valutazione, un parere se lasciare aperte le scuole o se chiuderle che sia proporzionale allo scenario epidemiologico del Paese in questo momento. Questa decisione arriverà nelle prossime ore”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione a palazzo Chigi.

Scuole chiuse, annuncio e smentita del governo

Poi si apprende che nella bozza del Dpcm in possesso dell’Adnkronos non figura la chiusura delle scuole. Si tratta tuttavia di un documento in divenire, viene spiegato, in attesa del parere del comitato scientifico su un’eventuale chiusura delle scuole e delle università su tutto il territorio nazionale. Incredibile comportamento, subito censurato da  Giorgia Meloni. “Smentita della ministra Azzolina sulla decisione della chiusura della scuola? Ma vi rendete conto, prima danno la notizia, poi esce il ministro e dice che non è vero, ma come si può andare avanti così?”. La leader di Fratelli d’Italia lo ha detto a un Giorno da Pecora, su Radio 1. “Nel giro di 30 minuti hai le famiglie bloccate, gente nel panico – accusa Meloni – magari hanno già allertato i nonni, poi ti dicono che non è vero”.

A Roma e nel Lazio non siamo pronti per la tele-didattica

A Roma e nel Lazio la situazione delle scuole crea più scompensi che altrove. Perché se si chiudono le scuole poi si devono chiudere gli uffici pubblici e poi i luoghi di lavoro. E poi l’Italia si ferma. “La chiusura delle scuole è un danno formativo per gli studenti ma cercheremo di riparare con la didattica a distanza”. Così Mario Rusconi, presidente Associazione presidi Lazio sull’eventuale chiusura delle scuole per evitare il contagio da coronavirus. “Il ministero – ricorda Rusconi – ha già approntato una pagina sul sito e gli operatori che gestiscono i registi elettronici hanno messo a disposizione delle piattaforme. Certamente – continua – ci saranno delle difficoltà soprattutto in alcune aree in cui la connessione è lenta. E poi per i bambini della scuola primaria e per tutte quelle persone che non hanno ancora dimestichezza con la tecnologia”.

La verità è che l’Italia, e in particolare Roma e il Lazio, non sono pronti per la formazione a distanza. “La chiusura delle scuole? Bisogna partire da una considerazione di natura sanitaria ed epidemiologica perché la tutela della salute pubblica è prioritaria”. Così Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi commenta all’Adnkronos l’ipotesi di chiudere tutte le scuole d’Italia. “Le scuole italiane non sono tutte pronte per fare formazione a distanza perché – spiega Giannelli – per ora soltanto un 10% lo ha già sperimentato. Ma noi siamo pronti a fare di tutto per attrezzarci e fare in modo che i ragazzi perdano il minor numero di ore di lezione possibile”.