Scuole, dal 7 aprile oltre 100 classi in quarantena. Così è durissima continuare

Le scuole di ogni ordine e grado a Roma e nel Lazio hanno riaperto dal 7 aprile. Con la capienza delle superiori limitata al 50%. Ma a distanza di appena una settimana, la situazione appare già critica. Con oltre 100 classi in quarantena, nei diversi istituti sparpagliati nei Municipi della Capitale. A denunciarlo a Roma Today è stata Cristina Costarelli, dirigente scolastico del liceo Isacco Newton. E vice presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio. Fare didattica così è difficilissimo, ha attaccato la Costarelli. Anche perché in caso di contagio di un alunno, un docente o un operatore scolastico, scatta la quarantena per tutti. Con il ripristino per la classe della didattica a distanza. In più, la presenza delle varianti del virus ha esteso l’isolamento a 14 giorni. E anche le lezioni su zoom o classroom zoppicano. Perché alcuni insegnanti sono a loro volta stati contagiati. E non disponibili, almeno finché dura la malattia. E altri ancora si stanno sottoponendo alle vaccinazioni. Insomma, più che un ritorno a scuola questa prima settimana sembra il resoconto di una spedizione di guerra. Solo che a rimetterci in salute sono i ragazzi, chi lavora nella scuola e le famiglie. La didattica in presenza senza dubbio è una necessità e un obiettivo, per studiare meglio, ma anche per socializzare. Perché i ragazzi hanno bisogno di vedersi fisicamente, e di confrontarsi di persona. Ma a questo prezzo e a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, ha ancora senso insistere?

Scuole ancora all’anno zero: riaprono ma con gli stessi problemi

Ecco i numeri del fallimento della riapertura delle scuole a Roma e Fiumicino

Ed eccoli i numeri impietosi. Che dimostrano come ancora oggi riportare i ragazzi a scuola richieda un prezzo altissimo. Al di là del fatto che il contagio nasca all’interno degli istituti, o che venga portato dall’esterno. Perché ai fini del risultato cambia poco. Con i plessi che facilmente si trasformano in veri e propri ‘cluster’. Nonostante l’attenzione dei presidi, e i sacrifici di docenti, operatori, studenti e famiglie. Da quanto appreso, sono almeno 45 le classi costrette a casa per possibili contagi Covid nei municipi I, II, III, XIII, XVII, XVIII, XIX e XX. Almeno 40 quelle dei municipi V, VII, VIII, VI, IX, XI e XII. Mentre sono almeno 30 quelle nei municipi X, XV e XVI e nel comune di Fiumicino, ossia il territorio coperto dalla Asl Roma 3. Dove sono 15 le scuole “colpite” con 27 contagi accertati dal sette aprile. Un autentico bollettino di guerra, che non si può assolutamente ignorare. Le difficoltà si toccano con mano nell’esercizio dell’attività scolastica – ha concluso la vice presidente dei presidi del Lazio Cristina Costarelli  -.  Lo vedo a cominciare dall’istituto che dirigo, dove abbiamo due classi in quarantena e 14 docenti in isolamento. Alle superiori la questione può essere gestita, relativamente, con più facilità. Al contrario degli istituti comprensivi che possono utilizzare la Didattica a Distanza solo in via estrema. E dove per chiamare i supplenti passano giorni. Sono loro ad avere i problemi maggiori”. Che si sia favorevoli o contrari a mandare per forza a scuola  bambini e ragazzi con la pandemia ancora in corso, una cosa è certa. La scelta fatta da governo e Regioni non è stata indolore. E ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità.

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