Se Berlusconi va al Quirinale farà una “ristrutturazione” mai vista: il precedente di Palazzo Chigi

berlusconi tajani e bernini (2)

Silvio Berlusconi crede talmente tanto nella sua elezione a Presidente della Repubblica che ha già dato mandato ad alcuni suoi fedelissimi di progettare un “restyling” del Quirinale. Lo scrive sul sito Tpi, Marco Antonellis, retroscenista di razza dei palazzi della politica. Secondo questa anticipazione, il Cavaliere una volta insediato al Colle chiamerebbe subito i suoi consulenti per dargli una “risistemata”.

D’altra parte tutti sanno che Berlusconi nasce come imprenditore nel settore edilizio ed è un grande appassionato d’arte e di giardinaggio. «Infatti – si legge su Tpi – starebbe già pensando a come risistemare gli uffici e le stanze per gli ospiti ma soprattutto a come dare una riorganizzata ai giardini del Quirinale che per il leader di Forza Italia sono sempre stati troppo “spenti” e formali».

Al di là dei retroscena svelati da un sito non certamente amico del leader di Forza Italia, è risaputo invece che Berlusconi, da presidente del Consiglio, ha ammodernato e sistemato palazzo Chigi, a sue spese, rendendo gli uffici della presidenza del Consiglio più funzionali ed esteticamente meno grigi e paludati.

Cosa farà Berlusconi al Quirinale? Ciapparoni racconta cosa ha fatto a Palazzo Chigi

Come ha riportato il notista politico di Rtl, Alberto Ciapparoni «nel 2002, Berlusconi decise di ‘svecchiare’ lo spazio che ospitava gli incontri con i giornalisti da lui considerato troppo serioso, commissionando una restyling completo all’architetto di fiducia, Mario Catalano, artefice della scenografia del vertice Nato di Pratica di Mare. E così furono portati specchi, applicati stucchi bianchi, riprodotte colonne con capitelli corinzi, introdotta un’illuminazione ad hoc per la migliore riuscita video delle riprese. Ma soprattutto, fu modificato lo sfondo che faceva fino ad allora da cornice simbolica alle dichiarazioni del governo. Alle spalle del premier il leader azzurro fece piazzare un dipinto di Andrea Pozzo, che rappresentava l’Europa, visto che proprio in quel quinquennio sarebbero caduti i sei mesi di presidenza di turno italiana della Ue. Altra innovazione, stavolta in stile Casa Bianca, fu il ‘logo presidenziale’ usato sempre come sfondo, ovvero un grande ovale a racchiudere lo ‘stellone’ della Repubblica e le scritte ‘Consiglio dei ministri’ e ‘Palazzo Chigi’. Qualche tempo l’ovale venne spostato sul tavolo degli oratori e sul leggio per le dichiarazioni in piedi, così che nelle riprese tv e nelle fotografie potesse comparire come una sorta di marchio in sovraimpressione davanti al presidente del Consiglio o all’oratore di turno».

Ma non finisce qui. Nella legislatura successiva, «al suo ritorno a palazzo Chigi, Berlusconi pensò di rifare ancora una volta il look alla sala stampa, esaltando l’elemento visivo: da qui la scelta di un capolavoro settecentesco, ‘La Verità svelata dal Tempo’, di Giovan Battista Tiepolo. ”Le tv la inquadrano durante le conferenze stampa, le immagini vanno in tutto il mondo, ci vuole una bella opera d’ arte”, disse allora l’uomo di Arcore. E Catalano ancora una volta esaudì i suoi desiderata, portandogli il dipinto del ‘maestro della luce’ realizzato sul soffitto di una villa vicentina e poi custodito nel museo di Vicenza. Da allora e per i tre anni del Berlusconi quater, l’abbraccio tra Kronos e la Verità, rappresentata nell’allegoria di una fanciulla sdraiata sulle nubi al fianco del vecchio Tempo, è stata una presenza fissa ai briefing istituzionali». Nel caso di salita al Colle, è presumibile che il Cav attui una rivoluzione del genere.