Secondo giorno di interrogatori per l’europarlamentare dem Cozzolino: salta il pm belga Claise

Andrea Cozzolino, Pd

Seconda giornata di interrogatori per l’europarlamentare Pd Andrea Cozzolino, già ascoltato ieri a Bruxelles dal giudice istruttore Michel Claise che in serata ha lasciato l’incarico. L’eurodeputato Andrea Cozzolino, posto nella serata di ieri in stato di fermo nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate, è stato ascoltato dalla polizia giudiziaria e dal nuovo giudice istruttore nel pomeriggio.

Perché il giudice Claire si è dovuto fare da parte

Al termine del doppio interrogatorio, il nuovo giudice – che prende oggi la guida dell’inchiesta dopo il passo indietro annunciato ieri dal procuratore Michel Claise – dovrà decidere se convalidare l’arresto, disporre misure alternative o il rilascio per il politico italiano. La decisione, fa sapere la procura, “dovrebbe arrivare in serata”. Cozzolino, trascinato nell’inchiesta dalle rivelazione dell’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, era stato raggiunto da un mandato d’arresto europeo a Napoli lo scorso 10 febbraio e, prima di rendersi in Belgio a seguito della revoca degli arresti domiciliari, ha trascorso oltre quattro mesi in custodia cautelare nella sua abitazione campana.

L’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino in stato di fermo

Nelle confessioni rese da Panzeri, tuttavia, non risultano somme di denaro elargite all’eurodeputato italiano. Bensì una sua generica “azione” per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat in modo “indiretto”. Dopo l’interrogatorio fiume, durato quasi quattro ore, sono però emersi “alcuni elementi” che “potrebbero sollevare domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine”, ha fatto sapere la procura. E per questo il magistrato celebre per i suoi romanzi polizieschi ha preferito farsi da parte. A spingerlo a prendere la decisione ci sarebbe anche l’ombra del coinvolgimento professionale del figlio con uno degli indagati. Una circostanza personale che troverebbe riscontro anche nella nota diramata dalla procura per annunciare la rinuncia di Claise, nella quale viene evidenziata la volontà del giudice di “mantenere una necessaria separazione tra vita privata e famigliare e responsabilità professionali”. A decidere la sorte di Cozzolino, e la possibile richiesta di rinvio a giudizio degli altri sospettati, sarà quindi un altro giudice istruttore. Il politico italiano, dal canto suo ha sempre respinto le accuse, professando la sua innocenza. Anche questa volta, hanno fatto sapere i suoi difensori, “ha risposto a tutte le domande, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar”. Ora “resterà a disposizione delle autorità per il prosieguo delle attività investigative”, che continueranno “con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria” già nelle prossime ore. E, nel frattempo, a passare al contrattacco è stata anche Eva Kaili, avanzando un ricorso interno per chiedere all’Eurocamera di fare chiarezza sull’uso di software spia da parte dei servizi segreti per sorvegliare la sua attività politica in violazione dell’immunità parlamentare.