Medici, in 9 a processo. Si era rotto il femore, perde la gamba

“I medici mi tranquillizzavano, mi dicevano che era tutto a posto. Io però stavo male, avevo dolori fortissimi, la mia pelle era diventata scura. Qualche giorno dopo mi hanno operato d’urgenza”.

A parlare è E.V. L’uomo che nel 2015, ricoverato in ospedale per una caduta in bici che gli aveva provocato la frattura del femore, ne è uscito con una gamba amputata. Un caso che fece scalpore, e per il quale adesso nove medici del S. Eugenio sono stati rinviati a processo. Ovviamente, le eventuali responsabilità sono tutte da accertare. E le perizie giocheranno un ruolo fondamentale. Ma rimangono tanti dubbi, su questa vicenda che si inquadra in quella che in termini giornalistici viene spesso definita ‘mala sanità’. Il paziente infatti, poco più che 40 enne all’epoca dei fatti, era atletico e in buona salute. Ma dopo l’intervento e l’inserimento della placca femorale, qualcosa è andato storto. La gamba rimaneva gonfia, faceva male. Fino a un successivo controllo. Nel quale però, non darebbe stata rilevata alcuna complicazione. ‘Ti abbiamo fatto il tagliando’, così darebbe stato liquidato E.V. dai sanitari. Secondo quanto lo sfortunato paziente ha denunciato alla procura. Peccato però che la gamba si gonfiava. Faceva male. Diventava nera. Fino alla corsa in ospedale, e alla amputazione dell’arto. Da allora, l’ex ciclista vive in carrozzella. E adesso chiede giustizia.

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Per i medici a giudizio l’accusa è di gravissime lesioni colpose

A parlare è E.V. L’uomo che nel 2015, ricoverato in ospedale per una caduta in bici che gli aveva provocato la frattura del femore, ne è uscito con una gamba amputata. Un intervento necessario per salvargli la vita, visto che – stando alle perizie – i tessuti dell’arto erano andati in necrosi a causa di un’ischemia. Di cui nessuno dei medici che lo aveva in cura, stando all’accusa, si sono accorti.

L’uomo ha raccontato il suo calvario in un’aula del tribunale di Roma. Nel corso del processo che vede imputati proprio 9 medici del Sant’Eugenio, ospedale in cui era stato ricoverato dopo la caduta. Sono accusati di lesioni colpose gravissime. La procura gli contesta di non essersi accorti del peggioramento del quadro clinico del paziente, operato per l’inserimento di una protesi all’anca. E di non avere chiamato in particolare un chirurgo vascolare per effettuare un esame sul piede e sulla gamba. Nonostante le ripetute richieste del paziente e della moglie, il primo sempre più sofferente, la seconda sempre più preoccupata.

In tre settimane perde una gamba

“Dopo che mi hanno fatto la tac hanno anche scherzato dicendomi che mi avevano fatto il tagliando gratis”, ha riferito E.V. in aula. Ricordando i giorni tra il fine aprile e inizio maggio del 2015. In cui i dolori erano sempre più forti, accompagnati da febbre e anche allucinazioni nei momenti peggiori. Con la gamba sempre più gonfia e la pelle sempre più scura. A causare i sintomi un trombo che non era stato individuato dai medici e che aveva portato prima all’ischemia, e poi a un’amputazione d’urgenza della gamba destra. Una vita rovinata, un dramma evitabile. Adesso, sarà la giustizia a dire se qualcuno ha sbagliato. E chi eventualmente dovrà pagare.