Sia chiaro: la fiamma tricolore di Fratelli d’Italia è la stessa del Msi. Ecco tutta la storia

simboli fiamma

Saremo chiari anche noi: la fiamma tricolore che è dentro il simbolo di Fratelli d’Italia è la stessa del Movimento Sociale Italiano, nato nel 1946. Nel 1995 fu poi presa da Alleanza Nazionale e nel 2012 da Fratelli d’Italia, ma è sempre quella. Molte le leggende, anche apocrife, sull’origine e sul significato del simbolo. Chiariamo anche questo. Il partito nacque nel dicembre 1946, ma allora non aveva un vero e proprio simbolo. Questo venne creato nel settembre 1947, per un caso fortuito. Giorgio Almirante, allora segretario del Msi, scendendo le scale della sede di corso Vittorio, incontrò un mutilato di guerra, che lo fermò. E gli chiese: “Segretario, ce l’hai il simbolo per il partito? Scegli la fiamma tricolore che è il simbolo dei combattenti”. Almirante ci pensò su. Rientrò nel suo studio e abbozzò su un foglio una fiamma stilizzata.

La fiamma sulle schede alle comunali di Caserta del 1947

In breve, l’incarico di creare un simbolo come si deve fu affidato al pittore Enrico Maria Avitabile, che successivamente realizzò anche il simbolo della Cisnal, il sindacato nazionale. L’artista preparò due bozzetti, ma dell’altro purtroppo non c’è più traccia, e li inviò al direttorio del partito (non so se si chiamasse ancora “senato”). Il direttorio scelse la fiamma e il resto è storia nota. Così la fiamma, simbolo certamente potente, è dal 1947 presente sulle nostre schede elettorali, nelle sue varie forme. E’ il simbolo più antico che ancora sopravvive nella nostra politica: non c’è più la falce e martello, non c’è più lo scudo crociato, ma la fiamma c’è, ed è anche al governo. Fu presentata infatti la prima volta nel 1947 alle elezioni comunali di Caserta e l’anno successivo in quelle di Roma. Sempre nel ’47 nacque il Centro Sportivo Fiamma.

“Mussolini sei immortale”, un’altra fantasia

Qui si fa giustizia di un’altra balla diffusa dalla sinistra, secondo la quale la fiamma era nient’altro che lo spirito del Duce che ardeva sulla sua bara, rappresentata dal trapezio con la scritta Msi. E questo non può essere, perché nel 1947 Mussolini non aveva una bara e neanche una tomba. Il suo corpo fu infatti trafugato dal cimitero di Milano da Domenico Leccisi nell’aprile del 1946, e restituito alla famiglia solo nel 1957. Ma allora il simbolo già esisteva da tempo. Quanto poi all’altra fandonia che Msi volesse dire “Mussolini sei immortale”, anch’essa esce dalla fantasia maliziosa di qualche giornalista di sinistra. La fiamma era quella degli Arditi della Grande Guerra e la “bara” era solo lo spazio grafico necessario per inserirvi la scritta Msi. Nessun arcano significato, dunque. Tant’è che il trapezio oggi non compare più.

La fiamma nel 2012 passò poi a Fratelli d’Italia

C’è un’altra cosa da chiarire. Quando il Msi si dissolse, nel 1995, il simbolo passò ad Alleanza nazionale. Ma quando questa entrò nel Pdl, che non prevedeva nessuna fiamma, questa fu conservata, anche sulle schede elettorali, da Storace e da Rauti, che la apposero sui loro partiti “La Destra” e “Fiamma tricolore”, seppur lievemente modificata. C’è però un’altra curiosità: quando La Russa, Crosetto e Meloni (ma io suppongo che ce ne fossero anche altri) fondarono Fratelli d’Italia, la fiamma non c’era più, ma già nel 2013 la Fondazione Alleanza nazionale la concesse a Fratelli d’Italia. E per fortuna. Quindi, la fiamma non nasce dalla Seconda Guerra Mondiale o dalla Rsi, ma nasce dalla Grande Guerra.