Sicurezza stradale, migliaia di morti sulle nostre strade. 200 associazioni in piazza al Colosseo
Sicurezza stradale, malgrado il coronavirus la manifestazione al Colosseo ha riscosso un grandissimo successo. Oltre 200 le associazioni che hanno aderito alla manifestazione #Rispettiamocinstrada svoltasi domenica scorsa tra i Fori Imperiali e il Colosseo. Queste associazioni sono impegnate a sensibilizzare i cittadini e le istituzioni affinché garantiscano una maggiore sicurezza stradale. E in particolare nei centri urbani come Roma, perché circa la metà degli incidenti avviene all’interno delle città.
Sicurezza stradale, non è una sfida impossibile
“Ridurre fino ad azzerare gli incidenti e i morti nelle città non è una sfida impossibile. Si parta dalla ricetta europea. Più piste ciclabili e aree pedonali, riduzione dei limiti di velocità, apertura alla micromobilità elettrica”. È l’appello lanciato da Legambiente che ha aderito alla manifestazione nazionale #Rispettiamocinstrada. L’iniziativa, promossa da Vivinstrada, ha visto in piazza oltre 200 sigle per chiedere al governo misure urgenti per fermare le morti causate dagli incidenti stradali.
“Una strage silenziosa che sta rendendo sempre più pericolose e invivibili strade e città. Sulle strade del nostro Paese muoiono quasi 10 persone ogni giorno e 665 restano ferite (dati Istat) – ha ricordato Legambiente -. Eppure si tratta di una strage che si può contrastare con interventi coraggiosi e lungimiranti. Lo stanno facendo già altre città europee. L’esempio arriva dal Nord Europa, dove a Oslo e ad Helsinki, nel 2019 si sono registrati zero morti tra i pedoni e ciclisti sulle sue strade”.
Interventi coraggiosi e lungimiranti
“Legambiente chiede sul fronte della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile interventi coraggiosi e progetti lungimiranti. Anche attraverso uno specifico fondo per la sicurezza stradale e la riqualificazione dello spazio pubblico. In ambito urbano chiediamo a governo e Parlamento di rivedere le regole di circolazione, limitando la velocità per le auto a 30 km/ora in tutti i quartieri e permettendo a tutti i mezzi a emissioni zero di circolare su strada, rispettando le regole previste oggi per le biciclette, che nell’antiquato codice della strada italiano sono ancora nominate velocipedi… E accompagnando così un processo di innovazione che sta andando avanti a ritmi velocissimi nella micromobilità elettrica”.
Allargare le aree pedonali
“In città occorre non solo allargare la rete di piste ciclabili e le aree pedonali, ma aprire la circolazione stradale a tutti i mezzi che non inquinano e che rispettano determinate regole. Occorre cambiare il codice della strada per aggiornarlo al tempo della mobilità a emissioni zero e semplificare norme tecniche (per potenza, luci, ecc…) in modo da rendere chiaro il percorso di omologazione per tutti i mezzi della micromobilità elettrica”, conclude Legambiente.