Soccorso rosso per Marco Damilano: da L’Espresso alla trasmissione su Raitre

Marco Damilano

Marco Damilano ha lasciato da poco la direzione dell’Espresso, dopo il cambio di editore, ma ha già pronto uno spazio tutto per lui gentilmente offerto da Raitre, roccaforte rossa pagata coi soldi pubblici.

L’ex direttore dell’Espresso nonché volto di La7, condurrà una trasmissione in onda su Rai3 che durerà dieci minuti, dalle 20.35 fino alle 20.45. Damilano, che condurrà da “un innovativo studio della sede Rai di Viale Mazzini a Roma”, è stato destinatario della soddisfazione e degli auguri dell’Ad Carlo Fuortes, strenuo fautore della striscia, e del Direttore dell’Approfondimento Mario Orfeo. Chi non gradisce, comprensibilmente, sono i giornalisti Rai.

“Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all’esterno dell’azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina, all’inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando), al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d’informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte”. Lo afferma in una nota il Cdr del Tg1.

Che aggiunge: “Non abbiamo bisogno dell’ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti. Chiediamo all’azienda di conoscere i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano per condurre una striscia informativa prevista alle 20.35 su Rai Tre. Chiediamo inoltre di conoscere quali sono i costi che la nuova trasmissione comporterà”.

“La decisione dei vertici aziendali – prosegue il Cdr del Tg1 – è ancora più grave per la coincidenza di orario del nuovo programma con un’edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta di un’assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell’Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l’incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale. Il Cdr del Tg1 ribadisce che è inaccettabile da un lato operare tagli all’informazione (dalle edizioni alle troupe) in una presunta ottica di risparmio dei costi e dall’altro assumere esterni a caro prezzo. Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico. La decisione di affidare a un collega esterno una trasmissione d’informazione è l’ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne. Ci aspettiamo invece una dirigenza capace di valorizzare e promuovere i colleghi che già compongono la grande famiglia Rai”.