Spazzatura ad Albano, l’avvocatura stoppa la Raggi

Foto Roma Today. Un primo stop all’ordinanza che la sindaca Raggi sta preparando per portare la spazzatura di Roma all’impianto di Albano potrebbe arrivare proprio dall’Avvocatura della ex Provincia. Che ha espresso dei dubbi sullo strumento che la prima cittadina si appresta ad utilizzare per tentare di risolvere almeno temporaneamente l’emergenza rifiuti in città. Ma procediamo con ordine. Il 28 giugno si è svolta una riunione in Prefettura, con la presenza di Comune, Regione, Città metropolitana e Ministero per la transizione ecologica. Ente del quale è comunque a capo sempre la Raggi. E di fronte all’allarme per i cassonetti strapieni e l’assenza di soluzioni pronte sul tavolo, sarebbe riemersa prepotentemente l’ipotesi di rimettere in funzione lo stabilimento di Albano. Chiuso dal 2016, a causa di un incendio. Ma in teoria autorizzato fino al 2024.

Si tratterebbe molto più di un’idea, tanto che il Campidoglio starebbe correndo per predisporre gli atti. Nonostante la durissima presa di posizione del sindaco della cittadina laziale Borrelli e di tanti comitati civici. Ora però arriva una presa di posizione contraria anche dall’Avvocatura. Con una motivazione che ricorda molto quella dei giudici amministrativi. Quando poche settimane fa hanno bocciato l’ordinanza di Zingaretti che prevedeva di commissariare Roma sull’emergenza rifiuti. Lo strumento infatti non sarebbe quello giusto. In assenza di un piano complessivo sulla raccolta e lo smaltimento della spazzatura. E inoltre, il doppio ruolo della Raggi di sindaco di Roma e di vertice della Città Metropolitana potrebbe configurare un conflitto di interesse. Tra le esigenze della Capitale e quelle della provincia.

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La provincia non vuole la spazzatura di Roma

Rischia di trasformarsi in un braccio di ferro l’ordinanza con cui la Raggi vorrebbe riaprire lo stabilimento per il trattamento dei rifiuti di Albano. Il provvedimento, contestato dal primo cittadino del comune castellano ed anche dalla Regione Lazio, non convincerebbe neppure la Città metropolitana, ente presieduto dalla stessa Raggi. Secondo i legali dell’ex provincia la strada scelta dalla Sindaca infatti  “non è percorribile”. Motivi, un possibile contrasto di interessi  tra le esigenze di Roma e quelle del Comune interessato al provvedimento. La notizia, diffusa dall’Agenzia DIRE, non sembra però destinata a scombinare i piani di palazzo Senatorio. Anzi, secondo quanto riportato da RomaToday, in Campidoglio si starebbe lavorando alla stesura del provvedimento. Che terrà conto di tutti i pareri e degli atti istruttori. Dunque, si va avanti con l’ordinanza. Ma a questo punto non è detto che la strada, indicata dal Campidoglio, resti percorribile. Lo spazio, visto che la disarica è autorizzata fino al 2024, ad Albano Laziale c’è. La possibilità di ricorrervi, per un’imposizione di Roma Capitale, appare però  tutt’altro che scontata.

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