Spazzatura, ecco i primi camion Ama ad Albano. Tra proteste e blocchi stradali

Sono arrivati questa mattina presto i primi camion dell’Ama carichi della spazzatura di Roma ai cancelli dell’impianto della Ecoambiente di Albano. Ad accoglierli, si fa per dire, un drappello di primi cittadini guidati dal sindaco del comune castellano Borrelli. Che indossando la fascia tricolore ha dichiarato di non arretrare di un passo nella battaglia legale contro la riapertura del sito. Intanto, una cinquantina di residenti hanno disposto un posto di blocco sulla via Ardeatina, poco dopo il chilometro 24. E sul posto sono presenti pattuglie della Polizia, dei Carabinieri e dei Vigili urbani. La richiesta di tutti, di aspettare almeno il prossimo 6 settembre. Data fissata dal TAR per esaminare il ricorso. Ma intanto la Raggi esulta, e in un comunicato ha dichiarato: “l’ho fatta riaprire. Il gestore ha presentato la fideiussione come era stato richiesto. Questo significa piano piano poter ricominciare a garantire un flusso in uscita dei rifiuti che dovrebbe aiutare a pulire la città”. Ovviamente i cittadini di Albano la pensano esattamente in modo opposto.

Discarica di Albano, slitta la data del 26 per la riapertura. E intanto stasera fiaccolata di protesta

La guerra sulla spazzatura di Roma

Non accenna a placarsi la guerra per chi dovrà accogliere la spazzatura di Roma. Visto che ad oggi la Capitale non ha una sua discarica dedicata. E nemmeno impianti di trattamento pubblici. Dopo l’incendio al Tmb Salario e il parziale sequestro di Rocca Cencia. Così i dadi sono caduti sullo stabilimento Ecoambiente di Albano. Chiuso dal 2016, a causa di un incendio. Ma con una autorizzazione regionale vigente, e una capacità residua di trattamento di circa 250 mila tonnellate. Il problema però è che in prossimità del sito sorgerebbero abitazioni private, e si troverebbero anche i confini del parco. Un patrimonio ambientale prezioso e vincolato. Così l’amministrazione della cittadina Castellana e diverse associazioni civiche e ambientaliste hanno fatto ricorso al TAR del Lazio. Chiedendo di sospendere l’ordinanza della Raggi. Ma i giudici amministrativi non hanno concesso il provvedimento urgente, rinviando la discussione nel merito al prossimo 6 settembre. Intanto però, il vecchio impianto ha ripreso a funzionare. Tra mille polemiche, anche se dovrebbe trattarsi di una soluzione d’emergenza e temporanea. Ma si sa, anche Malagrotta era nata così. E poi è rimasta aperta per oltre trent’anni.

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