Spose guerriere, la chat delle 6 mila donne che non vogliono rinunciare al giorno più bello (video)

Lei si chiama Angela Di Iorio, vive a Roma ed ha una voglia matta di sposarsi con il suo Luca. Ma purtroppo dal 2019, causa covid ha dovuto rinviare l’appuntamento con il giorno più atteso per ben tre volte. Così anche Donatella si è unita ad una chat al femminile che porta un nome combattivo, le ‘spose guerriere’. Nulla a che vedere con una campagna militare o con un futuro arruolamento però. Ma semplicemente l’espressione di una ferma volontà. Quella di vivere quella fondamentale giornata proprio come si era immaginato. Con gli invitati presenti fisicamente in Chiesa, per chi come Angela abbia optato per il rito religioso. E con un banchetto di nozze degno dell’occasione. Davanti ad amici e parenti. Con la prospettiva di formare una famiglia, e di avere quel figlio tanto desiderato.

“Mi sono sentita dire più volte di farlo in Chiesa rinunciando al resto. Ma per chi ci crede anche il banchetto di nozze è importante – ha raccontato Angela a Roma Today -. Nel nostro caso siamo entrambi cattolici ed entrambi convinti di avere un bambino solo dopo il matrimonio. Al quale non abbiamo voluto rinunciare per come ce lo eravamo immaginati”. Ed organizzato. Perché è dal 2019 che Angela con il suo futuro sposo stanno portando avanti i contratti di location, fornitori di bomboniere e partecipazioni, gli abiti. “Le cose sotto il profilo economico sono anche cambiate durante questa pandemia. Perché ad esempio il mio compagno ha dovuto chiudere la sua attività – ha concluso la donna. E di certo non posso perdere i soldi già investiti”

Sposarsi è un diritto. Gli addetti ai matrimoni in piazza in tutta Italia: a Roma a Montecitorio (video)

Spose e wedding planners uniti nella protesta

Spose e wedding planners si sono ritrovati uniti nella protesta dello scorso aprile sotto Piazza di Montecitorio. Per chiedere riaperture rapide anche nel settore dei matrimoni. Uno di quelli che ha maggiormente sofferto per le chiusure dettate dalla pandemia. Adesso finalmente si vede uno spiraglio, non solo per svolgere la cerimonia ma anche per invitare liberamente gli ospiti alla celebrazione o al ristorante. Ma le regole anche dopo il 21 maggio non sono così chiare. Perché comunque si ricade sotto la definizione di evento, e dunque serve il green pass per tutti i presenti. O il tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore. Così Angela è tornata alla carica. “Il fatto di aver aspettato così tanto a dare una data e delle indicazioni, mentre per altri settori si è riaperto con maggiore flessibilità, ha recato solo danno ed ulteriore ansia nei futuri sposi. Bisogna smetterla di identificare un banchetto di nozze come un luogo di untori, perchè è la situazione più sicura e tracciabile che ci sia”. Senza considerare tutto il mondo che ruota attorno a questo settore. Tra wedding planner, chef, chi fa animazione, fotografi, camerieri, aziende di catering, location, bomboniere. Un indotto che ormai non ce la fa più. E che vuole ripartire subito in sicurezza. Come tutti gli altri.

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