Stadio della Roma, clamoroso voltafaccia del Pd: “Potremmo votare contro”

La tela di Penelope dello Stadio della Roma è arrivata a un nuovo capitolo. Nell’attesa dell’incontro tra il presidente della Roma, Dan Friedkin e la sindaca Raggi, arrivano altre novità importanti sullo stadio. Secondo quanto riportato da Il Tempo, Rodovan Vitek è giunto nella Capitale qualche giorno fa per tentare di chiudere di persona le trattative relative all’acquisto dei terreni di Tor di Valle. In città, ha infatti potuto confrontarsi con Luca Parnasi e Giovanni Naccarato, amministratore delegato di Eurnova. Il magnate ceco è ottimista, ma dovrà aspettare ancora: l’affare con Unicredit dovrebbe giungere al termine tra una settimana. Nel frattempo si attende che che la Giunta Capitolina e quella della Regione Lazio adottino le rispettive convenzioni urbanistiche. Ancora nessuna visita a Friedkin a Roma, ma i due si sarebbero già incontrati in Svizzera qualche giorno fa.

Stadio della Roma, annuncio a sorpresa di Pelonzi (Pd)

Ma ora spunta anche l’opposizione del Pd. A sorpresa, perché il progetto aveva avuto un impulso decisivo sotto la giunta Marino.  “Per il rilancio della città ci sono interventi più importanti dello stadio della Roma, però lo stadio di proprietà per la Roma e per la Lazio deve essere un obiettivo dell’amministrazione. Adesso ho acquisito questa quantità di carte immensa sulla vicenda, le studierò e poi vi darò la posizione ufficiale del Pd ma è ovvio che noi partiamo da una posizione di forte contrarietà perché, ad esempio, mettere una centralità direzionale e commerciale in posto scollegato dal porto, dall’aeroporto e dalle autostrade già dal punto di vista urbanistico è una stupidaggine”, così Giulio Pelonzi, capogruppo del Partito democratico nell’assemblea capitolina e membro della commissione urbanistica, è intervenuto ai microfoni de Gli Inascoltabili sulle frequenze di Nsl Radio e Tv sulla gestione capitolina. Se si somma che una parte dei 5 Stelle è contraria allo stadio della Roma, il voto del centrodestra potrebbe essere determinante per togliere le castagne dal fuoco alla Raggi.

Il sì definitivo del Campidoglio slitta infatti di mese in mese. Ad agosto si parlava come dead line di settembre. Ma ormai anche questa data è improbabile. L’approdo di Convenzione e Variante in Assemblea capitolina slitterà quindi a ottobre. Saranno poi avviati i bandi internazionali e subito dopo si procederà con l’avvio dei lavori veri e propri a Tor di Valle. Dal giorno del via libera ci vorranno più di 30 mesi per il completamento. Ma tutto questo solo se ci sarà stato prima il sì dell’assemblea capitolina.