Tassisti a via del Corso, bombe carta e tensione. Cori contro Draghi e Uber

È in corso una protesta dei tassisti in Via del Corso con Palazzo Chigi e le vie di accesso limitrofe, blindate dalla polizia. I tassisti chiedono ormai da giorni lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl concorrenza che prevede la liberalizzazione del settore (LA PROTESTA IN CATENE DAVANTI A PALAZZO CHIGI).

Sono stati accesi fumogeni e si susseguono forti esplodioni di petardi, con la polizia che fronteggia i manifestanti tenendoli a distanza dal palazzo del governo. Slogan contro l’esecutivo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, ma soprattutto contro Uber. Il senatore e giornalista Gianluigi Paragone si trova insieme ai tassisti durante la protesta.

Tassisti in marcia. Con le liberalizzazioni ci uccidete

I sindacati dei tassisti contro Uber e la liberalizzazione del settore

Chiediamo che il governo stralci l’articolo 10 del Ddl Concorrenza e apra subito un tavolo di confronto con tutti gli attori interessati”. È la richiesta che le organizzazioni sindacali dei tassisti avanzano in una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile. Il documento, ripercorrendo le tappe della causa avviata contro Uber Black nel 2016 per concorrenza sleale, recita così. “Alla luce di quanto già accaduto e in funzione di ciò che ulteriormente emerge dall’inchiesta Uber Files, gli operatori del comparto taxi non sono assolutamente disposti ad accettare che le regole del loro lavoro vengano riscritte attraverso una delega che non comporta un loro coinvolgimento diretto e dell’intero Parlamento”.

Ed ecco il resto. L’inchiesta contro Uber Files”ha incendiato le piazze italiane. Provocando il fermo spontaneo pressoché totale degli esasperati operatori del servizio taxi”. È quanto dichiarano in una nota le organizzazioni sindacali del comparto. “Nonostante i ripetuti tentativi di dialogo il governo sordo e cieco anche davanti a numerosi scandali, e al malaffare emersi in questi giorni, continua imperterrito dopo aver ricevuto a palazzo Chigi i vertici di Uber, a voler proseguire sulla strada intrapresa. Relativa all’esercizio di una delega che di fatto è in bianco, alimentando sospetti e lasciando perplessi tutti i sindacati e la totalità degli operatori”, si legge a conclusione della nota.