Ti conosco, mascherina. La Procura non molla e in molti alla Regione Lazio adesso tremano

Zingaretti

Secondo quanto riporta il quotidiano online etrurianews.it, le (tristemente) famose mascherine della Regione Lazio pagate e mai arrivate sarebbero ancora sotto la lente di ingrandimento della Procura di Roma. Anche se nelle ultime settimane su tutta la vicenda sembrava calato un ingombrante silenzio. Dopo le denunce politiche portate avanti con forza da molti consiglieri regionali di opposizione, e in modo particolare da Chiara Colosimo. Esponente di Fratelli d’Italia a via della Pisana. Le richieste di chiarimenti a Zingaretti e alla sua giunta non sono mancate, anche perchè tutta questa vicenda ha da subito assunto i contorni della ‘truffa perfetta’.

Sulle mascherine Nicola Zingaretti si è arreso

Sulle mascherine fantasma la Regione Lazio si dice parte lesa, ma le indagini vanno avanti

Sarebbero stati centinaia di migliaia i dispositivi di protezione individuale ordinati e mai arrivati. Ma soprattutto pagati in anticipo dalla Regione, almeno per un acconto. Pari a oltre 13 milioni di euro, ovviamente di denaro pubblico. Tolti dalle tasche dei contribuenti per arricchire qualche imprenditore senza scrupoli. Mentre in corsia i medici lavoravano a volto scoperto. Tra cargo fantasma e contratti disdetti e poi rinnovati. Fino alla definitiva rescissione degli impegni con la società che più ha fatto discutere. Quella Echo.Tech che con un capitale sociale minimo era stata scelta per le forniture. Direttamente dalla Protezione civile regionale, guidata dal signor Tulumello. Che adesso potrebbe finire nei guai, insieme ad altri dirigenti regionali. Anche se finora la stessa Regione Lazio si è sempre dichiarata parte lesa. Vittima di un raggiro. Ma sembra che dalla Procura vogliano ancora vederci chiaro.

Aperti quattro fascicoli in Procura, e si indaga anche sui broker

Sarebbero ben quattro i fascicoli attualmente aperti dalla Procura di Roma e all’attenzione del PM Paolo Ielo che è titolare delle indagini. Tutti relativi a quello che oramai ha preso il nome di ‘mascherina gate’. E che riguarda i tantissimi dispositivi di protezione individuale ordinati dalla Protezione civile regionale a fine marzo e mai arrivati a destinazione. Una truffa, per la linea difensiva della Regione Lazio. In cui a via Cristoforo Colombo sarebbero caduti in pieno. Ma adesso secondo quanto riporta etrutianews.it le indagini si starebbero allargando. Perché la Procura vuole sapere cosa non ha funzionato nei controlli e come sono state fatte le selezioni delle ditte coinvolte. E nel mirino dei giudici ci sarebbero anche i broker, perché le fideiussioni prestate e le altre garanzie si sarebbero rilevate anch’esse fasulle. E alla versione del ‘pacco’ rifilato a dirigenti e responsabili gli inquirenti sembrano non credere più di tanto. Infatti nel registro degli indagati figurerebbero decine di persone. Funzionari, dirigenti ma anche titolari e faccendieri delle ditte coinvolte in questa brutta storia.

Al setaccio il lavoro dell’Anticorruzione regionale e dell’assessorato alla sanità di Alessio D’Amato

Al setaccio degli inquirenti oltre ai comportamenti e agli atti della Protezione civile e di dirigenti e funzionari dell’amministrazione regionale, ci sarebbero anche le attività messe in campo dall’Anticorruzione regionale e dell’assessorato alla sanità guidato dal potentissimo Alessio D’Amato. Perché tra tutte le forniture di protezione individuale ordinate e arrivate solo in parte, la Regione Lazio avrebbe stanziato una cifra di circa 100 milioni di euro. Un vero e proprio fiume di denaro, di cui adesso qualcuno dovrà rispondere. E in molti giurano che appena passata la campagna referendaria e il voto di domenica prossima, se ne vedranno delle belle. Perché sembra proprio che sulla vicenda delle mascherine fantasma siamo soltanto all’inizio della storia.

https://etrurianews.it/2020/09/16/regione-lazio-mascherine-fantasma-nel-mirino-della-procura-di-roma-dirigenti-e-funzionari/