Stazione Tiburtina, un incubo dal quale Roma non esce. La Raggi non riesce a risolvere il problema, e si arrende. Un ennesimo servizio su tale emergenza, a Fuori dal Coro di Mario Giordano, torna sulla questione. Gli sgomberi non sono serviti, perché poi gli immigrati tornano in loco oppure occupano altre strutture nelle vicinanze. E’ un circuito perverso e senza fine, dove tutto ricomincia sempre. Nell’indifferenza e anche nell’incapacità delle istituzioni. Sono oltre due mesi che anziché risolvere il problema degli immigrati illegali, si è preferito chiudere un accesso della metro Tiburtina per la presenza della baraccopoli. Spostato anche il capolinea dell’autobus, perché è diventato il dormitorio dei clandestini.
Dalla Tiburtina i clandestini si spostano in altri quartieri
Il comitato di quartiere denuncia da tempo la situazione, ma l’amministrazione capitolina non riesce a risolvere il problema. Una donna che lavora alla stazione dice: “Se ne vanno dieci minuti, e poi tutto ritorna come prima”. Un’altra dice che gli immigrati orinano sui corrimano della stazione e minacciano chi si avvicina. Ci sono state diverse aggressioni a giornalisti e a cittadini che passavano di lì. Anche la troupe di Fuori dal Coro è stata seguita da un gruppo minaccioso di immigrati. Un’altra testimone residente nel quartiere non ne può più. “La notte, poi, urla, ubriachi, risse, accoltellamenti, spaccio di droga. L’altra sera un immigrato è stato accoltellato per un regolamento di conti tra spacciatori”.
Residenti furiosi: qui non si vive più
E questo sistema criminale si riflette ovviamente anche sui quartieri limitrofi, dove la microcriminalità e lo spaccio sono in aumento. Il servizio prosegue indicando un altro ex centro di accoglienza nelle vicinanze che è stato occupato dopo che pochi mesi fa era stato sgomberato in seguito alle proteste dei residenti. Ora siamo da capo, grazie all’inefficienza dell’amministrazione grillina. E il governo fa la maxisanatorie per gli immigrati clandestini. Portando questi problemi ad aggravarsi ogni giorno di più. “Perché sono se li porta la Bellanova a casa sua?”, dice un’abitante del quartiere Tiburtino. E noi aggiungiamo: il prfoblema non si risolve così come lo stanno affrontando.