Tornano i cassonetti, Ama annuncia il clamoroso dietrofront: “Il porta a porta non conviene”

A volte ritornano: anche i vecchi cassonetti. Il presidente dell’Ama Daniele Pace, intervenendo in commissione Bilancio del Comune di Roma ha anticipato il clamoroso dietrofront. Il porta a porta è fallito: costa troppo. Torneranno quindi i secchioni, da gennaio 2023. In particolar dovrebbero tornare sulle strade di alcuni quartieri più periferici di Roma Nord: Boccea, Casalotti, Maglianella, Tragliatella, Prima Porta, Borgo di Cesano, nei pressi di via della Giustiniana. Ama dovrà anche studiare un nuovo piano di riposizionamento, di concerto con la Polizia municipale.
Il porta a porta introdotto con il sindaco Marino ha fallito
Il «porta a porta – ha spiegato il presidente Ama – è una modalità utile, ma costa di più di quella su strada, quindi esiste una contraddizione tra il voler diminuire la Tari e il voler aumentare il porta a porta». Secondo Il Messaggero, nel prossimo piano industriale – che sarà presentato già lunedì in Campidoglio – la municipalizzata inizierà a mettere nero su bianco questo proposito: si va verso una prima riduzione della raccolta dei rifiuti a domicilio, con il ritorno (per quanto in chiave più tecnologica) dei cassonetti stradali per i diversi materiali. Con il risultato che nei prossimi quattro anni, la popolazione romana servita con questa modalità dovrebbe scendere dall’attuale 30 al 20 per cento.

Anche i precedenti vertici di Ama avevano frenato sul porta a porta. L’attività negli ultimi anni è stata rimodulata, se non ridotta, a Settebagni, a Colli Aniene o al Torrino. Anche perché questo tipo di ritiro comporta un costo del 75 per cento in più per ogni tonnellata ritirata, un maggiore impegno dei lavoratori, forti sforzi per controllare che i residenti inseriscano in modo corretto nei bidoncini i diversi materiali. Senza dimenticare che l’aumento dei costi dell’energia e un consistente calo della domanda da parte della Cina ha reso meno remunerative, nell’ottica dell’economica circolare, le attività per riciclare carta, plastica o ferro.
Il pasticcio dei cassonetti: salta anche l’acquisto dei terreni a Santa Palomba
Ieri, inoltre, il Cda della municipalizzata ha rinviato il via libera all’acquisto del terreno di Santa Palomba (valore dell’operazione 7,5 milioni di euro), dove la giunta Gualtieri vuole costruire il termovalorizzatore che a regime lavorerà 600mila tonnellate all’anno.
“Al fine di evitare una svalutazione che potesse gravare sulle tasche dei romani, come accaduto per 100 milioni sul Centro carni, non posso che esprimere apprezzamento per la decisione del presidente dell’Ama, Daniele Pace, e del Cda di sospendere il punto all’ordine del giorno in cui era prevista la discussione sull’acquisto di un terreno a Santa Palomba, con valutazioni oggettivamente fuori da ogni logica di mercato e soprattutto senza avere un’idea precisa da parte del socio, Roma Capitale, su come utilizzare l’area”. Lo dichiara Marco Di Stefano, capogruppo Udc al Campidoglio.
“Il tempo non è una variabile indipendente vista la disastrosa dei rifiuti a Roma. L’auspicio è che in tempi brevi il sindaco Gualtieri dia indicazioni certe all’Ama sul da farsi se la volontà è ancora quella di andare avanti con il piano rifiuti da lui stesso presentato”, conclude Di Stefano.