Turiste belghe uccise sulla A24: chi è Francesco Moretti, il pirata della strada positivo a coca e cannabis

Francesco Moretti fermato

Resta in carcere Francesco Moretti, l’automobilista di 53 anni accusato di aver travolto e ucciso le due turiste belghe Wibe Njls e Jess Dewildeman la sera dell’8 ottobre scorso intorno alle 22.15 sul tratto urbano della A24. Il gip di Roma Maria Gaspari, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Musarò, ha convalidato il fermo ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’uomo che, secondo quanto emerso dalle indagini, guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e con la patente sospesa da oltre dieci anni quando ha investito le due ragazze che si erano fermate per prestare soccorso ad alcune persone rimaste coinvolte in un incidente poco prima. Fuggito subito dopo l’incidente senza soccorrere le giovani investite abbandonando la Smart che guidava, Moretti è stato poi rintracciato dalle forze dell’ordine. La procura contesta a Moretti il duplice omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, con la patente sospesa.

Omicidio stradale pluriaggravato per Francesco Moretti

Nei confronti di Francesco Moretti “sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di omicidio stradale pluriaggravato”, scrive il gip nell’ordinanza condividendo integralmente le considerazioni del pm anche sotto il profilo delle esigenze cautelari, “emergendo un concreto pericolo di reiterazione del reato in ragione della gravità del fatto e della personalità dell’indagato”. “Altrettanto indubbio è che Moretti al momento dell’incidente, oltre a guidare senza la patente di guida perché sospesa dal 2011, fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti in una condizione di totale assenza di lucidità (…) dal referto degli esami tossicologici è risultato positivo alle benzodiazepine, ai cannabinoidi, alla cocaina, agli oppiacei e al metadone”.

“La violenza dell’impatto, dal quale è scaturita la morte pressoché immediata delle ragazze, sbalzate una sulla carreggiata opposta e la seconda sulla corsia di sorpasso della carreggiata interessata al sinistro, lascia inoltre desumere inequivocabilmente che l’indagato procedesse ad una velocità che, sebbene ancora non accertata, di certo non era moderata e che lui stesso ha dichiarato essere di circa 80/90 km orari, quindi superiore al limite di 70 km orari previsto in quella strada. E’ pertanto assolutamente incredibile che l’indagato non si sia accorto di aver investito le due vittime, e la sua fuga immediata, appena disceso dalla sua autovettura, ne è la prova”, scrive il giudice.

Sul comportamento di Moretti, il gip sottolinea come, oltre ad essere fuggito dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso, il giorno dopo si sia allontanato “arbitrariamente” dall’ospedale dove era stato accompagnato dalle forze dell’ordine che lo avevano sorpreso nella sua abitazione, “condotte queste che denotano assoluta mancanza di resipiscenza e presa di consapevolezza delle gravissime conseguenze della sua condotta e rendono altresì concreto il pericolo di fuga”. “Sussiste infine un concreto pericolo di inquinamento probatorio – scrive il gip – in quanto, come evidenziato dal pm, Moretti si è disfatto del telefono cellulare che aveva in uso quella sera e nella mattinata successiva, al chiaro fine di ostacolare l’esatta ricostruzione dei fatti e il suo coinvolgimento in essi”.