Uomo annega a Civitavecchia: lo stabilimento era senza bagnini. Scatta la denuncia per omicidio

L’amministratore unico dello stabilimento sul lungomare Garibaldi dove venerdì pomeriggio, poco prima delle 18, un cinquantenne romeno è morto in seguito a un malore, è stato denunciato dai carabinieri della stazione Civitavecchia Principale per omicidio colposo.
L’accusa è di aver omesso di predisporre il servizio di salvamento obbligatorio nella fascia oraria in cui e’ avvenuto il fatto. I militari, inoltre hanno proceduto anche al sequestro dello stabilimento di Civitavecchia.
Sotto sequestro lo stabilimento di Civitavecchia
A perdere la vita Ioan Obada, 50enne residente nello stesso Comune portuale della provincia di Roma.
I fatti su uno stabilimento di lungomare Giuseppe Garibaldi. Entrato in acqua per fare un bagno l’uomo, dopo aver accusato un malore secondo le prime ipotesi, è morto poi per annegamento. Nonostante i tentativi di rianimarlo da parte del personale del 118 intervenuto sulla spiaggia assieme ai carabinieri della Stazione Civitavecchia Principale, per il 50enne romeno non c’è però stato nulla da fare.

Lo stabilimento di Civitavecchia e il dramma di Ladispoli
Quella di Civitavecchia è l’ennesima tragedia sulle coste laziali dopo l’annegamento di Ostia (dove a morire è stato un 35enne di Guidonia), Ardea e Ladispoli (dove un uomo è morto per tentare di salvare i figli in acqua). Quest’ultimo si chiamava Massimo Armeni, 64 anni. Per salvare i figli (un bimbo di 9 anni e la sorellina di 7) non ha esitato a gettarsi in acqua.
Secondo una prima ricostruzione, del quotidiano Leggo, la famiglia Armeni, arrivata in vacanza a Ladispoli da Castel di Leva, era appena scesa in spiaggia. Appena una decina di minuti quando i due bambini si sono subito tuffati in acqua venendo trascinati dalla corrente in un punto pericoloso. Papà Massimo li ha subito visti in difficoltà e si è tuffato seguito subito da tre bagnini.
I bambini sono stati salvati e ricoverati all’ospedale Gemelli di Roma con l’elicottero: entrambi sono in codice rossi ma non sarebbero in pericolo di vita. Si sono invece rivelati inutili i tentativi di salvare la vita all’uomo.