Usciranno tra 20 anni, ma il carabiniere Cerciello non risorgera’

Cerciello Rega

Tra vent’anni Mario Cerciello Rega magari risorgerà. Perché i suoi assassini americani usciranno di galera – forse anche prima visto che hanno avvocati così bravi – e pazienza per il dolore della vedova e di una comunità attonita per tanta clemenza.

Le sentenze non si discutono, pena la galera. Poi uno ci pensa e se ne frega e dice che è roba da vomito apprendere che la vita di un carabiniere italiano vale poco più di vent’anni di carcere.

Cerciello Rega non vale l’ergastolo

La sentenza con cui ieri la Corte d’appello ha cancellato due ergastoli e quelle undici coltellate che hanno trafitto Cerciello Rega lascia costernati, increduli, allibiti.

Due drogati americani sono venuti a Roma, hanno scannato quel carabiniere e tra qualche anno torneranno a nuova vita, all’alba dei quarant’anni. Ma può essere normale una cosa del genere?

Dice la sentenza: Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth sono responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate a Roma nel luglio del 2019.

Vent’anni e di nuovo liberi

In primo grado erano stati condannati entrambi all’ergastolo. Per Elder la condanna scende a 24 anni, mentre per Hjorth a 22 anni.

Non ce la sentiamo di tributare applausi alla Corte, perché quei due meritavano il carcere a vita, per quanto sangue hanno versato per le strade del centro di Roma. E perché ci chiediamo se nemmeno un delitto così efferato viene punito con l‘ergastolo che altro deve succedere in questo Paese?

La vedova di Cerciello è stata una signora anche nel momento del commento alla sentenza: “Il sacrificio di mio marito non deve essere dimenticato: un servitore dello Stato ucciso nel momento più felice della sua vita. Il dovere della memoria non è solo di noi familiari ma è di tutti”.

Ma le parole che non ha voluto pronunciare lei, stanno nella testa di tutti noi. Quei due sono assassini ma non pagano abbastanza.