Vaia (Spallanzani), il covid aggredisce soprattutto chi non è sano. Un errore chiudere piscine e palestre

Abbiamo i dati, grazie a un monitoraggio compiuto su 61 individui. Che purtroppo non ce l’hanno fatta a sconfiggere il covid e sono deceduti. Si tratta di 48 uomini e di 13 donne, con un’età compresa tra i 35 e i 90 anni. E l’analisi anatomopatologica ha dato sempre lo stesso riscontro. Quasi tutti i deceduti avevano patologie pregresse. Mentre nel campione analizzato, solo sei individui erano apparentemente del tutto sani. Queste alcune considerazioni riportate dal direttore sanitario dello Spallanzani professor Francesco Vaia. E contenute in una intervista rilasciata al corriere.it. Il numero maggiore di casi di decesso ha riguardato ipertesi, cardiopatici e malati di diabete. A seguire, anche malati psichici, anziani con demenza senile, obesi, malati del morbo di Parkinson e broncopneumopatici. Il virus è sempre temibile, ha continuato Vaia. Ma non è più il mostro di marzo. Abbiamo imparato meglio a prevenire il contagio, e a fornire le cure adeguate. Così adesso il tasso di mortalità è sotto l’1%. E anche le terapie intensive non sono più viste come l’anticamera della morte. Perché adesso si può uscire anche da lì. Certo, danni gravi possono persistere, nei casi più seri. Ai polmoni, ma anche ad altri organi. Come il fegato e il midollo. Ma una cosa è chiara. Chi ha un fisico sano e allenato rischia di meno. Ecco perché chiudere piscine e palestre e’stato un errore.

Vaia spiega come si potrà tornare a vivere

Per il direttore sanitario dello Spallanzani Vaia lo sport in sicurezza difende dal virus. E le chiusure indiscriminate favoriscono gli assembramenti

Chissà perché quelli del Comitato tecnico scientifico che dettano al governo Conte e al ministro Speranza l’agenda delle chiusure e la cartina dei colori delle Regioni non fanno una telefonata al professor Vaia. Che come direttore sanitario dello Spallanzani è stato dalla prima ora in trincea contro il virus. E che racconta delle verità scientifiche innegabili. Come il fatto che uno stile di vita sano e un fisico in forma siano ancora oggi il miglior antidoto contro il covid. Non comprendo la chiusura di piscine e palestre, ha dichiarato Vaia in una intervista rilasciata al Corriere. E spero che il ministro dello Sport ci ripensi. Ovviamente bisogna rispettare le regole, e fare tutto nella massima sicurezza. Ma gli Italiani e i Romani hanno dimostrato di sapersi comportare bene in questi mesi. E relegare le persone dentro casa non aiuta nessuno. Nemmeno la salute. Ma anche le chiusure anticipate di attività e locali possono essere controproducenti, ha proseguito Vaia. Pensiamo ai giovani, che si comprano le birre prima delle 22. E che poi se le bevono da qualche parte, scambiandosi le bottiglie. Ovviamente senza mascherina.

Il segreto è moltiplicare l’offerta, non chiudere. Solo così si diluiscono le presenze e il rischio si abbassa

Sono sempre stato a favore di un’offerta ampia, che diminuisca gli assembramenti e il rischio del contagio. Racchiudere le persone in fasce orarie ristrette invece può avere l’effetto opposto. Questo il pensiero del professor Vaia, uno dei massimi luminari nel campo dell’emergenza covid. Che come direttore sanitario dello Spallanzani ha contribuito a salvare tantissime vite in questi mesi. Poi certo, bisogna anche controllare se c’è la tendenza a trasgredire le regole. Ma alcune proibizioni rischiano di avere l’effetto opposto. Gli anziani ad esempio vivono chiusi in casa, privati degli affetti familiari. Si intristiscono, e questo stile di vita non aiuta a mantenersi in buona salute psicofisica. Mentre gli studenti sono compressi, e quando si vedono tendono a non rispettare regole e distanziamento sociale. Ho sempre sostenuto che bisogna tenere tutto aperto, ha concluso Vaia. Che certamente non è un pericoloso negazionista. Vedremo se qualcuno del governo aprirà le orecchie. O se continueremo con i DPCM e le conferenze stampa settimanali. In attesa del fatale lockdown sotto Natale.

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