Valentina Nappi attacca Sgarbi, la replica è incendiaria: “Una sconosciuta che non sa fare neanche la pornostar”

Sgarbi Nappi

L’evento “Annusa Valentina Nappi” al museo di Casoria ha scatenato diverse polemiche, trovando però l’approvazione un po’ a sorpresa di Vittorio Sgarbi: l’ha accostata a Marina Abramovich, oltre a lodare il direttore del museo campano e a rilanciare dando consigli all’autrice della performance: “Può fare corsi di erotismo igienico, ed educare i giovani sulla pulizia sessuale”. Ma Valentina Nappi ha deciso di replicare al critico d’arte e, in esclusiva per MOW, ha spiegato perché a suo dire Sgarbi “è un populista dell’arte” e “il suo tre in matematica lo condannano a non poter cogliere la sensibilità di un Brunelleschi o di un Piero della Francesca”.
La replica di Sgarbi non si è fatta attendere, con un incendiario post su Facebook.

«Due cosette alla Nappi.
Io non sono mai stato messo alle strette da nessuno, e rispondo serenamente a una sconosciuta pornostar che esprime pensieri e polemiche, nel disperato tentativo di farsi conoscere, salendo su una cattedra che si è data da sola.
A quello che mostra di sé, ragiona con i piedi.
Che porge ad annusare a masochisti che approfittano del suo desiderio di non essere una persona ma un oggetto.
Io non ho mai definito la Nappi una pornostar. Non ne ha i requisiti.
Ho solo lodato l’iniziativa del direttore del Cam, Manfredi, per far parlare del suo museo.
Apprendo ora che la Nappi si attribuisce l’idea; e, se è così, dimostrando che ,alla vana ricerca di un museo da profanare, si è accontentata del non museo di Manfredi a Casoria. Un palcoscenico adatto alla sua dimensione. Altro non ne avrà.
Nel suo conformismo, misura il suo merito non sulla realtà ma sui dati dei social.
Non potendo misurarsi, lei piccola e brutta, con Vittoria Risi, si nasconde dietro i “portali di settore”. Non le interessa la vita, ma le visualizzazioni.
Naturalmente annaspa, nel tentativo di distinguere la sua inconsistente e pedestre proposta dal manifesto estetico e politico della Abramovich.
Dalla sua cattedra sull’anello del cesso e dai suoi titoli in fellatio ci spiega cos’è il Rinascimento, mostrando una cupa ignoranza.
Il Rinascimento non è “essenzialmente platonico”, è “anche” platonico.
Come fanno gli ignoranti, si riempie la bocca di nomi. Ha bisogno di citare Kantor e Leibniz, mai letti.
Provi a parlare come fa i pompini. E dica al suo ghostwriter che,diversamente da lei, che nessuno conosce e non conosce nessuno, io ho frequentato Borges e ne sono stato amico. Borges si sarebbe compiaciuto di essere cieco per non vederla».