Velletri, 13enne violentata dal branco: abusata a turno da 7 minorenni, mentre gli altri filmavano

Violenza

Dovrebbe essere l’età dei giochi e della spensieratezza. E invece, per lei, si è trasformata in un incubo, un “gioco” perverso, che vede Alessandra (nome di fantasia, ndr) diventare vittima della violenza di gruppo a soli 13 anni. Quel gruppo formato dai suoi amici, tutti minorenni come lei: 7 ragazzini dai 13 ai 17 anni che si sono “divertiti” a violentarla a turno, mentre alcuni di loro filmavano con i cellulari quanto stava accadendo.

E ieri mattina, presso il Tribunale di Roma, si doveva decidere cosa fare di 6 questi ragazzi. Il settimo, infatti, all’epoca dei fatti non era imputabile e per lui si è proceduto separatamente.

Roma, botte, insulti e morsi al figlio 13enne. Lui: “Voglio morire”

13enne violentata dal branco a Velletri

Tutto ha inizio a Velletri, nel marzo del 2021. L’accusa parla chiaro. La ragazzina, appena 13enne, viene “costretta ad avere rapporti sessuali con ciascuno” dei ragazzi presenti, “alla presenza degli altri”, mentre “alcuni di loro filmavano con il telefonino”. A denunciare i fatti la madre della minorenne. I genitori della ragazza, attraverso alcuni messaggi intravisti sul cellulare della figlia, avevano capito che qualcosa non andava e avevano deciso di andare a fondo alla vicenda.

La madre, scioccata dai messaggi, si è fatta raccontare dalla 13enne quello che era successo e, con il cellulare, è andata alla polizia per sporgere denuncia contro il branco.

Versioni contrastanti

La storia è davvero brutta. Con la 13enne che, come riporta l’accusa, è stata violentata dai 7 giovanissimi. Per la maggior parte di loro gli avvocati difensori hanno chiesto la “messa alla prova”, tranne uno, difeso dall’avvocato Antonino Castorina, che preferisce portare il suo assistito al processo – se ci sarà – perché, spiega, “Ne chiederò il proscioglimento, perché la sua posizione è diversa rispetto a quella degli altri imputati”. Ieri, giorno in cui si sarebbe dovuto decidere se procedere con il rinvio a giudizio dei ragazzi, che adesso hanno dai 19 ai 21 anni, i giudici hanno rinviato la causa al 22 ottobre per la lettura del dispositivo.

Ma la versione degli imputati è molto diversa da quella dell’accusa. Secondo la difesa, i rapporti sarebbero stati frutto di consenso pieno e consapevole. A sostegno di questa tesi vengono citati non solo i messaggi e le chat della ragazza, dove – sempre secondo l’avvocato difensore – avrebbe spesso preso l’iniziativa negli incontri, ma anche la stessa richiesta di archiviazione avanzata in passato dal pubblico ministero, convinto che mancassero prove di un abuso.

Adolescenza negata

Quello che emerge leggendo le carte processuali è che la violenza sembra esserci sicuramente stata, come ammette anche il legale della difesa, almeno in determinate occasioni e circostanze. Ma quello che fa riflettere è tutto il contesto, con dei minori che non sembrano avere alcuna consapevolezza della realtà, in un contesto di degrado assoluto. E dove l’adolescenza è negata, per far posto a un modo adulto a cui non si è pronti.

A stabilire quanto accaduto ora saranno i giudici, che intanto dovranno decidere se rinviare a giudizio i 6 imputati o se accogliere le varie richieste di messa alla prova. “Per il mio assistito – insiste l’avvocato Antonino Castorina – ho chiesto il processo ordinario, se non ci sarà l’archiviazione. Per lui chiederò il proscioglimento dalle accuse, visti i messaggi che sono stati acquisiti come fonte di prova”.