Vietato ingresso in entrata. Non serve Scherzi a parte per ridere basta l’ATAC

L’umore di tutti è ancora un po’ basso dopo questi due mesi di prigionia in casa. Tra l’incubo del coronavirus e il lavoro che non c’è più. La scuola online dei nostri figli, i compiti da fare insieme e le inevitabili discussioni domestiche. Succede anche a chi si vuole bene, dopo sessanta giorni in qualche decina di metri quadri. Ma niente paura, siamo a Roma. E per fortuna c’è l’ATAC che si impegna per farci tornare il buonumore. Qualche sana risata, che non guasta mai. Senza neanche il bisogno di andare al cinema. Visto che le sale per una politica incomprensibile sono ancora tutte chiuse. Così può capitare di uscire di casa imbronciati e un po’ impauriti, la mascherina di ordinanza ben calcata sulla faccia. I guanti in l’attrice che ci fanno sudare. L’idea di dover affrontare l’odissea quotidiana del trasporto pubblico al tempo del coronavirus. Poi arriviamo al archeggio di scambio, e alziamo gli occhi. E ci mettiamo a ridere come matti, con qualche curioso che pensa che alla fine siamo impazziti. No, tutti tranquilli. È l’ATAC che ha fatto il miracolo. Perchè abbiamo sgranato gli occhi, e visto un cartello. Vero, non una allucinazione. O un fotomontaggio. Vietato ingresso in entrata. Applausi. E la giornata già assume un profilo migliore.

Vietato ingresso in entrata, l’ATAC si supera. Errore o goliardia, ma i problemi del trasporto sono ben altri

l’ATAC stavolta si è superata. Esponendo un cartello che parla da solo, vietato l’ingresso in entrata. Un misto tra Fantozzi e Scherzi a parte, ci verrebbe da dire. Talmente surreale che non sappiamo se si sia trattato di un incredibile errore. O di un gesto di goliardia. Non spetta a noi dirlo, sarà l’azienda a verificare. Perchè comunque ancora una volta ci siamo fatti ridere dietro da mezzo mondo. E al di là della ilarità iniziale, questo non va bene. Per il periodo che stiamo vivendo e per l’immagine della città, che sta tentando faticosamente di rialzarsi. Di rimettersi in moto curandosi le profonde ferite di questa prima parte del 2020. Cartello sbagliato o no comunque i problemi del trasporto pubblico a Roma restano tutti sul tavolo. O se preferite in mezzo alla strada. Secondo quanto riporta il sito Mercurio Viaggiatore infatti martedì 19 maggio alle 9 di mattina i bus circolanti erano poco più di mille. Con una flotta che potenzialmente sarebbe capace di coprire il servizio con almeno il doppio delle vetture. La stessa Raggi lo ha dichiarato poco tempo fa nella nota polemica con la Regione Lazio. La loro ordinanza ci limita, aveva detto la prima cittadina. Non potremo far circolare più di 1800 autobus al giorno. Ecco, ordinanza o meno siamo alla metà. Complimenti.

Raggi e Zingaretti, sul trasporto pubblico volano gli stracci

Metro strapiene e aiuti dal privato. E i cittadini pagano per un servizio che non c’è

Metropolitane già strapiene e distanziamento sociale che va a farsi benedire. Capolinea di scambio dove se si vuole prendere l’autobus è difficile stare più lontani di trenta centimetri. Attese infinite per prendere il mezzo pubblico e recarsi al lavoro. La ripartenza per lavoratori e pendolari è stata difficile, esattamente come tutti immaginavano. Sarebbero serviti più treni e più autobus in servizio. Ma chissà perchè, la flotta ATAC gira solo con circa la metà dei mezzi disponibili. Dove sono gli altri, tutti rotti in deposito? A meno che non si tratti di una scelta aziendale, e allora vorremmo capirne il perchè. Intanto però al privato che già fornisce il servizio in periferia, sarebbe stato chiesto uno sforzo in più. Altre 280 vetture, al posto di quelle pubbliche. Che chissà perchè non ci sono. Non sappiamo se per questa scelta ci saranno ulteriori costi per l’azienda e i contribuenti. Ma siccome giustamente nessuno regala niente, immaginiamo di sì. E come al solito, ancora una volta sarà Pantalone a pagare. Ovvero i già tartassati cittadini romani.

https://twitter.com/mercuriopsi/status/1262641765682753536?s=21