Volano gli stracci nel PD. L’ex sindaco Marino, molti candidati di Gualtieri erano dal notaio per sfiduciarmi

Con le primarie, i nodi politici irrisolti in seno al Partito democratico anziché allentarsi sembrano venire ancora di più al pettine. Così anche l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. In occasione di un evento organizzato a Piazza Conca d’Oro con il suo ex assessore Giovanni Caudo. Oggi candidato alle primarie dei dem. Marino non ha risparmiato frecciate all’ex ministro Gualtieri, che in molti danno come sicuro vincitore del confronto interno al PD. E futuro sfidante del duo Michetti Matone del centrodestra e della sindaca uscente Virginia Raggi. Le bordate che sono arrivate dall’ultimo sindaco della città espresso dalla sinistra, ormai ben otto anni fa (eravamo nel 2013) riportano d’attualità uno scontro che all’epoca lascio’ sul campo morti e feriti. Politicamente, ovvio. Perché non era mai successo che un primo cittadino venisse sfiduciato propri dai suoi. Con delle firme portate direttamente dal notaio. E secondo lo stesso Marino, adesso molti di quelli che lo costrinsero a lasciare potrebbero trovare posto nelle liste a sostegno di Gualtieri. Abbastanza per accendere di nuovo lo scontro.

Ignazio Marino come la Clinton: non si rassegna all’uscita di scena

L’ex sindaco Marino, io sfiduciato dal PD perchè ho detto no alle assunzioni degli amici

Roberto Gualtieri ricandiderà molti di quelli che sono andati dal notaio, e poi dice che fu sbagliato. È eccezionale, il PD meglio di così non potrebbe fare” ha commentato Ignazio Marino a margine di un confronto pubblico a Piazza Conca d’ Oro. Ed ha aggiunto, “se c’è qualcuno che deve chiedere scusa credo sia proprio lui”. Il ritorno di Marino in un dibattito pubblico, è stato quindi segnato anche dalle critiche sui meccanismi che ancora pervadono la politica. PD incluso. Un’analisi condotta avendo come cartina di tornasole la sua esperienza in Campidoglio. Compreso il suo epilogo. “Secondo me ciò che ha determinato il mio allontanamento è il fatto che i partiti, in quel caso il Pd, se ti presenti come sta facendo Giovanni dicendo di voler fare bene quel lavoro fuori dalle amicizie, ti applaudono perché è campagna elettorale. Poi quando finisci la campagna elettorale ti chiedono di assumere questo o quello”. Accuse gravi, che certamente lasceranno il segno. E che dimostrano come le ferite nella sinistra romana non si siano mai rimarginate.

Il ischio dei numeri ‘taroccati’

A proposito di primarie, Marino ha anche avanzato dubbi sul numero di partecipanti che caratterizzarono quelle che portarono alla candidatura di Roberto Giachetti. “Avevo letto che alle primarie c’erano stati 30mila votanti e 5mila schede bianche. Ve lo immaginate uno che di domenica mattina, potendo andare al mare o in un parco va al gazebo, fa la fila, paga 2 euro, e poi il 20% dei votanti fa scheda bianca?”. La risposta alla domanda dell’ex Sindaco è scontata. “È chiaro che le hanno messe dentro alle urne per dire che c’erano 30mila votanti ,ma in realtà probabilmente ce ne erano meno di 20mila”. C’è quindi il rischio che una circostanza del genere possa ripetersi. E quindi l’ex sindaco invita gli elettori del PD che si recheranno ai gazebo a tenere gli occhi bene aperti.

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