Voragini, sono 1526 in 20 anni. Il rapporto Ispra fa impallidire

Sono ben 1526 le voragini censite a Roma negli ultimi 20 anni. Questo racconta il report realizzato dall’Ispra, l’Istituto nazionale per la prevenzione ambientale. Secondo i dati diffusi dalla dottoressa e dirigente Stefania Nisio, che ha spiegato da dove nascono questi numeri. E perché la Capitale è molto più colpita di altre città della nostra penisola. Tante le cause, da una manutenzione stradale e dei sottoservizi carente a un sistema idrico e fognario vecchio. Ma colpa dei frequenti crolli, è anche della morfologia di Roma. Con un sottosuolo ricco di cavità e di acque. Specie nella zona est, che infatti è la più colpita dai crolli. Insomma, un mix micidiale e potenzialmente pericoloso. Ma è chiaro che chi amministra può e deve fare di più. Perché è vero che i lavori sottoterra non si vedono. E nell’immediato non portano consenso. Ma poi, sono forse i più importanti. Quelli che garantiscono la sicurezza, e talvolta salvano anche la vita.

Ultima ora, voragine al Pigneto inghiotte una betoniera

Le voragini spiegate dai tecnici

“Ci sono due ordini di motivi: i danni registrati nella rete dei sottoservizi e le tante cavità presenti nella Capitale. Le due cause si possono anche sommare. Quando infatti si verifica la rottura di una condotta idrica, se il guasto avviene dove non ci sono dei vuoti, non succede quasi nulla. Se invece sotto il manto stradale in cui si verifica c’è del terreno facilmente asportabile, che si può sciogliere, o se ci sono già delle cavità, allora si formeranno voragini di dimensioni maggiori”. Così la dirigente Ispra Stefania Nisio. Che ha illustrato l’imminente lavoro di monitoraggio e ricerca svolto dall’Istituto. Una fotografia degli ultimi 20 anni, che non lascia affatto tranquilli.

Soprattutto a Roma est. Ma non è una regola, pensiamo a Balduina. E attenzione quando piove tanto

“Sì. Roma è piena di labirinti, soprattutto nella porzione orientale – ha continuato la Nisio. Ed è lì infatti che si verificano i fenomeni più frequenti. Ne abbiamo registrati tanti al Tuscolano, al Tiburtino, all’Appio Latino e nella zona del Quadraro. Ce ne sono poi anche nella porzione più a sud, come Portuense, ed un po’ più a nord, in zona Nomentano. In generale le voragini si formano dove il sottosuolo è più ricco di vuoti“.

“Si possono verificare anche nel quadrante settentrionale, come quella che si creò nel 1970 alla Balduina. Una voragine di 30 metri, era enorme. Però è più raro perché la conformazione del terreno è differente: sotto terra non c’è la roccia vulcanica, non ci sono le cavità.

Noi registriamo le voragini soprattutto in un periodo secco e di piogge intense. Dopo l’estate quindi. Da fine settembre quando iniziano gli “acquazzoni” fino all’inverno.

In realtà il 2022 è stato un anno molto secco. Quindi con la prima pioggia importante, avutasi un paio di giorni fa, ha causato subito dei crolli delle volte sotterranee”. Come dire, lavoriamoci ora. Per non piangere lacrime amare a settembre.