Ama, 200 ex inidonei di nuovo al lavoro

Duecento netturbini torneranno di nuovo in strada. Questo il risultato di una delle prime azioni del nuovo management dell’Ama. Che ha aperto una ispezione interna, per verificare le cause dell’elevato numero di operatori ecologici malati in azienda. Così, all’esito degli accertamenti è emerso che molti degli spazzini erano pronti per il ritorno in strada. O forse lo erano sempre stati, chissà. Le patologie lamentate erano le più varie, da quella classica di non poter sollevare pesi. Alla disfunzione di un arto, o di una mano. Ora, questa ‘armata perduta’ è stata recuperata al servizio, e le maestranze andranno a dare una mano alla operatività di Ama. Che rimane in grandissima sofferenza. Tra discariche chiuse, impianti rotti  o mancanti e personale e mezzi al lumicino. Con la città che resta sempre tristemente e inesorabilmente invasa di rifiuti. Vedremo se adesso cambierà qualcosa. Anche perché si aspetta l’innesto degli altri 655 operatori, idonei al concorso. Accordo fatto con i sindacati, ma le chiamate non dovrebbero arrivare prima di dicembre di quest’anno. Sperando che non sia troppo tardi.

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L’Ama gratta il fondo del barile

Secondo quanto riportato dall’edizione romana di Repubblica, i certificati di esenzione esibiti dai lavoratori Ama erano dei più vari. Si va da impiegati che non possono sollevare “più di dieci chili sopra il livello delle spalle” a quelli che possono lavorare “solo con l’arto superiore destro”. Alcuni chiedevano proprio di non essere “adibiti alla spazzatura”. Un problema radicato quello degli inidonei presenti in azienda. Su 7146 dipendenti sarebbero 1600, inutilizzabili per le mansioni più dure. Sono quindi scattate le nuove visite di idoneità. E 200 sono stati riclassificati. L’operazione “verità” promette di continuare ancora nelle prossime settimane. Una boccata ossigeno per l’azienda, costretta a ruotare gli operatori dalla periferia al centro per garantire un minimo di raccolta. Ma senza riforme serie, un Piano rifiuti adeguato e una scelta definitiva su discarica e termovalorizzatore, difficilmente i tartassati contribuenti romani vedranno miracoli.
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