Bilancio europeo, a rischio politiche agricole e regionali, Aurigemma: “Bruxelles coinvolga i territori”

Duemila miliardi di euro è l’importo che costituirà il Quadro Finanziario Pluriennale Europeo. Più spese per la decarbonizzazione e l’innovazione, più tagli per la politica regionale e l’agricoltura. Fanno discutere a più livelli le ultime scelte di Ursula Von Der Leyen e i rappresentanti delle regioni e province rimangono perplessi davanti al piano di spesa presentato dalla Commissione Europea.
Si è riunita oggi l’Assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome per votare un documento all’unanimità di forte critica al nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’Unione Europea, presentato ieri dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen. La stessa linea critica è stata adottata dal Parlamento di Strasburgo.

L’allarme della Conferenza dei Presidenti
Tra il 2028 e il 2034, Bruxelles prevede una spesa di 2 mila miliardi di euro, ma “con il nuovo assetto, proposto dalla Commissione, il ruolo delle Regioni rischia di essere fortemente ridimensionato. Si profila infatti una ricentralizzazione delle scelte strategiche, con gli Stati membri investiti di un potere quasi esclusivo di definizione delle priorità e di gestione delle risorse”.
È il grido di allarme lanciato dai 10 membri della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome.
“Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) si propone come una risposta ambiziosa alle grandi transizioni in corso: ambientale, digitale, geopolitica. Ma le modalità con cui si intende strutturare questo sforzo collettivo sollevano, da parte delle Assemblee regionali italiane, forti critiche”, commenta il Coordinatore della Conferenza, nonché Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma al termine dell’incontro.
A rischio la Politica Agricola Comune
Tra le novità non gradite nel “bilancio europeo” spiccano gli spostamenti dei fondi dalla politica regionale e agricola alla spesa comune per la decarbonizzazione.
“Tra le vittime indirette di questa centralizzazione vi è anche la Politica Agricola Comune (Pac), che, nella sua forma storica, ha rappresentato un baluardo della stabilità economica e sociale delle aree rurali – spiega Aurigemma – Si rischia infatti di spezzare il legame diretto tra agricoltori, territori e Unione Europea, privando le Regioni di un ruolo essenziale nella promozione di un’agricoltura sostenibile, resiliente e ancorata alle specificità locali”.
Lo sguardo va ovviamente alle politiche regionali attuate negli ultimi anni per valorizzare le peculiarità locali: “Le aree interne, le regioni montane, le zone agricole fragili dell’Italia e dell’intera Europa hanno bisogno di politiche stabili, prevedibili, solidali”.
Proposte costruttive per l’Europa unita
Dall’assemblea però arrivano le proposte costruttive per un’Europa unita che dia voce e potere ai territori, quindi “garantisca una quota vincolata alla programmazione regionale all’interno degli “envelope nazionali”, da negoziare in sede di partenariato Stato-Regioni; tuteli l’identità e la finalità della PAC, mantenendo uno strumento europeo di riferimento autonomo, con risorse stabili e con una governance che coinvolga le Regioni; preveda strumenti di partecipazione obbligatoria per le Assemblee legislative regionali nella definizione delle strategie nazionali di utilizzo dei fondi; stabilisca meccanismi trasparenti di ripartizione territoriale, basati su indicatori oggettivi e coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile; finanzi programmi di rafforzamento istituzionale, per consentire a tutte le Regioni – soprattutto quelle con minore capacità amministrativa – di partecipare efficacemente; impedisca lo spostamento delle risorse destinate alla coesione e alla PAC verso finalità esterne ad esse, se non con l’accordo del livello territoriale interessato”.
“Pronti a contribuire per l’integrazione europea”
“Noi, Presidenti delle Assemblee legislative regionali italiane, rinnoviamo il nostro impegno a contribuire, con lealtà e spirito costruttivo, al successo dell’integrazione europea. Ma chiediamo che la nuova Europa non sia costruita senza i territori. Perché una democrazia senza territori è una democrazia più povera. E un’Europa senza Regioni è un’Europa meno forte” ha concluso il Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, Antonello Aurigemma