Pace fiscale? Macché, Draghi pretende tasse su tasse

Draghi tasse

A Mario Draghi gli italiani piacciono solo per le tasse con cui li spreme. Ci ha provato con il catasto e ora manda altri segnali nefasti su quella pace fiscale che ormai solo Salvini si sgola a reclamare.

L’altro giorno, quando Giuseppe Conte si è azzardato a sussurrare rottamazione delle cartelle esattoriali c’è mancato poco che il premier si alzasse e lo mettesse alla porta. Solo su questo tema Draghi si è irrigidito: le tasse sotto qualsiasi forma lo fanno impazzire di gioia.

Draghi ama le tasse

Quindi, guai a toccargli la vasca di Paperon de’ Paperoni dove si immerge ogni giorno. Ma è più forte di lui: Draghi gode solo quando incassa. Soldi nostri, mica suoi. Paperone o Dracula, fate voi.

Accortezza sulle cartelle esattoriali? Né in versione mini come vorrebbe Conte, ne’ in quella normal come auspica Salvini assieme a quindici milioni di italiani. Le cartelle dell’agenzia delle entrate ce le teniamo anche quando c’entrano un fico secco con l’evasione fiscale. Ma lui, Draghi, per parlarne vuole la riforma tributaria.

E chi se ne frega per chi non ce la fa a pagare, tanto più che ora siamo in croce con bollette, benzina, spesa e tutto quello che serve per scucirsi quattrini dalle tasche.

Ma uccide gli italiani

Ma così Draghi ha deciso di ammazzare sia il fisco con soldi che non prenderà mai sia gli italiani costringendoli a mille capriole – per non dire peggio – pur di saldare conti che non ce la fanno a pagare perché la sinistra non vuole.

È una politica folle, che non si rende conto della situazione reale del Paese. A settembre tutto questo rischiamo di pagarlo a colpi di tensione sociale che l’Italia non merita. Ma una politica irresponsabile sembra non capirlo proprio.