Roma, il pedaggio dell’A24 per i cittadini che vanno a lavoro lo paghi il sindaco: via alla petizione

Roma, la raccolta firme contro il pedaggio dell'A24 per i cittadini che vanno e vengono dal lavoro

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Questa mattina, nelle strade del Municipio VI di Roma, è partita una petizione che accende nuovamente i riflettori sul pedaggio urbano dell’A24, un tratto autostradale che continua a pesare sulle tasche dei lavoratori romani. L’iniziativa è stata lanciata da Fratelli d’Italia Roma, con un obiettivo preciso: chiedere al Sindaco Roberto Gualtieri di farsi carico del costo dei caselli per i cittadini che ogni giorno utilizzano l’autostrada per recarsi al lavoro.

Il pedaggio interessa in particolare i caselli di Settecamini, Ponte di Nona e Lunghezza. Chi abita nei quartieri della periferia est della Capitale – da Settecamini a Lunghezza, passando per Ponte di Nona, Case Rosse, Castelverde, Villaggio Prenestino, Colle degli Abeti, Osa e Corcolle – è costretto a pagare fino a 500 euro l’anno solo per andare e tornare dal posto di lavoro.

Roma, un tratto urbano che costa caro: “Stop pedaggio”

Il nodo centrale della protesta è semplice: si tratta di un pedaggio imposto su un tratto autostradale urbano, all’interno dei confini del Comune di Roma. Non un’autostrada per turisti o trasporti commerciali, ma una tratta utilizzata quotidianamente da migliaia di lavoratori, studenti e pendolari residenti nei quartieri periferici.

La richiesta è che questi cittadini non debbano più sostenere un costo che, secondo i promotori della petizione, dovrebbe ricadere sulla responsabilità del Comune, e in particolare del Primo cittadino.

La questione non è nuova. Da anni le periferie chiedono l’esenzione del pedaggio o, almeno, una forma di rimborso o compensazione per chi utilizza la tratta per esigenze quotidiane. Ma nulla è cambiato, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, quando si parlava di una risoluzione entro luglio 2021.

Roma, il sindaco Gualtieri sotto accusa per il pedaggio dell’A24

La petizione – che ha già raccolto numerose firme – punta il dito contro il Sindaco di Roma, accusato di aver dimenticato le periferie della città. Per i promotori dell’iniziativa, Gualtieri continua a presenziare a inaugurazioni di opere finanziate da altri enti, senza affrontare concretamente i problemi quotidiani di chi vive nelle zone più lontane dal centro.

Per i cittadini che ogni giorno affrontano il traffico e pagano un balzello solo per guadagnarsi il pane, il messaggio è chiaro: non si tratta di un capriccio ma di una battaglia di civiltà. In gioco c’è il diritto alla mobilità e l’equità nei servizi tra centro e periferia.

Una sfida politica con implicazioni sociali per Roma est

Dietro la protesta si legge anche un messaggio politico forte: l’inefficienza percepita della giunta comunale sul fronte delle politiche per le periferie. L’attacco di Fratelli d’Italia mira a innescare un dibattito più ampio sull’attenzione (o la sua assenza) dell’amministrazione verso le fasce di popolazione che ogni giorno devono fare i conti con carenze infrastrutturali, trasporti insufficienti e ora anche pedaggi da sostenere.

La mobilitazione potrebbe estendersi ad altri Municipi e non si esclude una raccolta firme su scala cittadina. L’obiettivo dichiarato è arrivare in Campidoglio con un numero significativo di adesioni, sufficiente a mettere il tema al centro del dibattito politico e costringere l’amministrazione a prendere una posizione netta.

Il nodo dell’equità urbana di Roma

La vicenda del pedaggio dell’A24 mette in luce, ancora una volta, il divario profondo tra centro e periferie. I quartieri coinvolti vivono una condizione di marginalità strutturale, aggravata da un costo aggiuntivo per l’accesso alla città. Un’ingiustizia percepita che rischia di alimentare tensioni sociali e disaffezione verso le istituzioni.

Intanto, i cittadini continuano a pagare. E mentre a Palazzo Senatorio si discute di grandi eventi e rilancio del turismo, chi abita nella periferia est si organizza per far sentire la propria voce. La petizione non chiede miracoli, ma una soluzione concreta e immediata: che almeno il costo di quei pochi chilometri quotidiani venga restituito a chi li percorre per dovere, non per scelta.