‘Sono il dottor Giovanni’, poi afferrava le donne al collo. Presa banda di rapinatori a Roma

Violenza

Sempre lo stesso modus operandi. E sempre le stesse vittime, tutte donne di nazionalità ucraina. Le ‘puntavano’, le seguivano, poi entravano nelle loro abitazioni e sotto minaccia le derubavano. Un piano ben architettato, un sistema ben collaudato, che è stato ‘smantellato’ dalla Polizia. A Roma, infatti, è stata sgominata una banda di rapinatori, che agivano in più quartieri: Borgo, Monti, Prati. Ma sempre con le stesse modalità.

Donne ucraine rapinate a Roma, le indagini della Polizia

Le indagini, portate avanti dalla Squadra Mobile e dagli agenti del Commissariato Esquilino, coordinate dalla Procura, hanno permesso di risalire ai tre rapinatori. E al loro modo di agire. Stando alla ricostruzione, infatti, uno di loro, un uomo alto e con un tatuaggio al collo, si presentava a casa della vittima di turno, si faceva aprire la porta, poi la afferrava al collo, la minacciava e la immobilizzava. Nel frattempo, i suoi complici entravano in casa, rovistavano nell’appartamento e portavano via denaro, gioielli, borse di valore.

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Dalla denuncia di una delle tre donne, inoltre, è emerso che l’uomo con il tatuaggio, anche lui ucraino, in una delle rapine aveva agito senza l’aiuto dei complici. In quel caso, aveva contattato la vittima su un sito di incontri, poi era riuscito a fissare un appuntamento in un B&B della donna. E qui si era presentato come il ‘Dottor Giovanni’. Nessuna visita, nessun professionista.

L’uomo ha agito con la violenza: ha bloccato la donna, l’ha afferrata al collo, l’ha minacciata. E poi è fuggito via con una somma di denaro, che era ben custodita all’interno di un cassetto.

Le testimonianze delle donne

L’attività d’indagine è consistita nell’analisi dei tabulati di traffico telefonico utilizzato dal finto “dottor Giovanni” per mettersi in contatto con la vittima, nel prelievo e nei successivi esami biologici dei reperti all’interno dell’appartamento di una delle donne. Fondamentali le testimonianze delle tre donne in sede di denuncia-querela e le individuazioni fotografiche eseguite dalle vittime. Dai primi accertamenti svolti, soprattutto dalla localizzazione satellitare dei telefoni degli indagati, sono emersi elementi che hanno confermato senza ombra di dubbio la presenza dei presunti autori delle rapine sullo scenario dei delitti.

Prima delle rapine, infatti, due dei tre uomini si incontravano in zona Vitinia, nei pressi delle loro abitazioni. E poi, insieme, si spostavano verso casa del terzo complice, in zona Prenestina. Da lì partivano tutti insieme per rapinare le donne e mettere a segno i loro colpi.

L’arresto della banda

Così, il personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Roma, insieme agli agenti del Commissariato Esquilino, sono riusciti a rintracciare i tre rapinatori, tutti di origine ucraina e rispettivamente di 36,39 e 41 anni. Loro sono gravemente indiziati di aver perpetrato tre rapine (due commesse solo da uno di loro) ai danni di donne della stessa nazionalità tra i mesi di luglio e agosto dello scorso anno. Dalle minacce nei confronti delle vittime, alla fuga con il ricco bottino.